Dettagli Recensione
Dada è libertà
Appena ho iniziato a leggere questo libro, mi è subito venuta in mente un'avanguardia artistica: i Dadaisti.
Avete presente?
La gioconda con i baffi di Duchamp, per intenderci.
Un'avanguardia che mi piace da morire, nata negli anni della Prima Guerra Mondiale grazie a un gruppo di artisti che rifiuta non solo la guerra, ma anche la società in cui vivono. Sono artisti che vogliono ribellarsi a tutto, compresi i valori allora divulgati - patria, onore...-
Ebbene: I Ribelli di Màrai sono molto simili ai Dadaisti.
Siamo nel 1917.
I Ribelli sono un gruppo di ragazzi appena usciti dall'esame di maturità (eh eh, come li capisco:p) che decidono di formare una banda che vada contro a tutto ciò che li circonda.
Questi ragazzi si creano un mondo diverso dal mondo degli adulti, perché sono proprio gli adulti ad essere i nemici: questi ragazzi devono combatterli, perché non vogliono diventare come loro.
Ma le azioni della banda sfoceranno in vandalismo: di fatto inizieranno a rubare, e ad indebitarsi.
Ed ecco che entra in gioco l'attore: un adulto, con l'animo ancora bambino, che ha un'influenza del tutto particolare sulla banda.
Tutto viene poi catapultato in un finale tragico, ma giusto.
Il finale giusto.
Ecco cosa sa sempre trovare Màrai.
Il suo stile ridondante qua si fa sentire poco: è uno stile molto più leggero e scorrevole.
Màrai tratta il drammatico tema della guerra dal punto di vista di ragazzi che non vogliono giustamente accoglierla.
Un ottimo libro, un piccolo capolavoro, da leggere in pochissimo tempo - vi assorbirà del tutto.
Buona lettura.