Dettagli Recensione
Sono stata cattiva.
La vita di Agnes può essere tranquillamente paragonata alla vita di qualsiasi donna che nella propria vita ha subìto invece di vivere e che trovata davanti ad una serie di svolte e forti cambiamenti imposti si trova a fare i conti con se stessa e le sue capacità.
Il libro inizia con la violenza subìta da parte del suo capo, capo di un famoso e rinomato ristorante svedese, che poi finirà per licenziarla.
Verrà mollata dal ragazzo perchè la tradisce e nel giro di un capitolo si ritrova disoccupata e single.
In cerca di lavoro si imbatterà in un suo ex collega di lavoro che le proporrà di lavorare nel suo ristorante che con le fatiche del caso avrà bisogno di tempo e fortuna per ingranare la marcia e farsi conoscere.
Nel frattempo ci saranno varie vicende familiari e amichevoli che AVREBBERO potuto portare la prortagonista a fare inversioni di marcia e riflessioni profonde.
Dico "avrebbero potuto" perchè non c'è stato. Ma di questo parlerò più giù.
In questo libro c'è tutto quello che si trova nella vita: solitudine, amicizia, amore occasionale, falso amore, famiglia, morte, lavoro e quotidianità.
Forse un po troppo per i miei gusti ma non perchè io sia una persona insensibile, che non è in grado di sostenere questi sentimenti, ma perchè TUTTO E DICO TUTTO viene trattato con grande superficialità e distacco senza creare quella sorta di empatia con la protagonista.
Viene violentata o pseudo violentata e questo dopo il primo o secondo capitolo viene dimenticato, l'unica paura di Agnes è che per colpa di questo sfortunato incidente non riuscirà a trovare lavoro in altri posti rinomati.
Ma scherziamo?
Donne che subìscono violenze anche solo psicologiche che hanno paura della propria ombra per anni e anni e lei ha paura di non riuscire a trovare lavoro???
Le vicende con il ristorante "Piccoli limoni gialli" idem.
Fa intendere che Agnes sia brava a cucinare ma non c'è nulla che fa riferimento a questo.
Ogni tanto prepara qualche piatto per il proprio piacere, aiuta a decidere tappezzeria e posateria e qualche piatto nel menu ma niente di più approfondito.
Verrà fuori che sarà una brava caposala. Stop.
Con l'amica Lussan non fa altro che giudicarla un po "frivola" (non lo dice ma lo fa intendere) e ogni tanto si nota che beve un po di più della media (parliamo di wiskhy, gin tonic e vodka in una sola serata). Prontoo????
Non si accorge che l'amica è alcolizzata e ha qualche disturbo psicologico e che si sente terribilmente sola?
Il suo vicino di casa ogni tanto la va a trovare in ristorante e lei inizialmente vaneggia sul fatto che potrebbe essere un maniaco.
Lui ascolta musica a tutto volume, è un po introverso ma nel libro è un satellite a cui troveremo giusta collocazione solo verso la fine e nel frattempo ti chiedi spesso e volentieri "ma questo chi è? e perchè c'è nel libro??? era proprio necessario farlo comparire??".
Ogni tanto da la sensazione che qualcosa di profondo ci sia come quando dice che ci sono dei segnali nella vita che ti fanno prendere la strada giusta, che dentro di noi c'è la risposta ma che non riusciamo a vederla finchè non sbattiamo la testa sul muro e tutti quegli argomenti psicologici che a me piaciono tanto, ma è solo una spruzzata in un mare di parole e descrizioni a volte troppo lunghe e inutilmente prolisse.
Idem per tutti gli altri personaggi e vicende, quasi fosse un diario scritto con voce narrante.
Questi sono esempi che ho trovato nel libro per cercare di dire che mi sembra che questa scrittrice abbia fatto un "pot pourri" di argomenti, li abbia collegati con un filo che è Ages e ne ha fatto il libro più grosso che avesse potuto scrivere.
Mi pare l'insieme di vari genere letterari che vanno di moda e fanno vendere di più in questo periodo, messi insieme (tipo sofie kinsella, benedetta parodi ecc ecc) e neanche un argomento trattato con dovuto rispetto ma buttato li alla rinfusa.
Tutto superficiale, scritto con una bella fluidità e scorrevolezza che fa scorrere le pagine velocemente (per fortuna) che però quando sei li, che chiudi il libro, osservi la copertina e fai un bilancio delle corde che ha toccato, ti rendi conto che sei rimasto con un pugno di mosche in mano.
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