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SINDROME DI STOCCOLMA
Il carceriere che imprigiona senza armi, con la sola forza della menzogna.
La fanciulla piu’ bella, detenuta in un volto deturpato.
Una minuscola isola, dove e’ bandita qualsiasi superficie riflettente.
L’amore morboso di un vecchio e ricchissimo uomo di mare.
Il capitano e la sua pupilla, le onde sulla roccia, una stanza cremisi con una libreria infinita.
Una storia di solitudine e abusi, di passato e presente, di pazzia e innocenza, i libri e le loro storie l’unica compagnia.
“Il romanzo e’ uno specchio che si porta con sé lungo la via” scriveva Stendhal.
Un’infermiera ogni giorno raggiunge l’isola in barca , per prestare le sue cure ad un corpo che non puo’ permettersi di morire.
Un gioco perverso tra vittima, carnefice e redentore che sboccia nell’ennesimo ottimo lavoro di Nothomb.
Piu’ dolce nei modi l’autrice, smussata negli angoli la sua prosa di cattiva ragazza diabolica, il risultato magistralmente ottenuto e’ che la spaventosa storia della giovane Hazel e’ ammortizzata agli urti subiti, assuefatta a un gioco di amore/odio tra un carceriere e la sua vittima.
Amare un’anima cosi’ intensamente da accettare fisicamente anche un corpo disgustoso.
Amare qualcuno a tal punto da doverlo distruggere, pur di possederlo.
Questo e’ un libro che richiama la Sindrome di Stoccolma, coi modi straordinariamente poco convenzionali di Amèlie Nothomb, ovviamente.
Buona lettura.
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Commenti
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Una postilla, l'edizione Voland contiene la stesura del romanzo vero e proprio.
C'e' in commercio anche un'edizione piu' economica di un'altra casa editrice, quello a quanto mi risulta e' IL TESTO TEATRALE.
Lo dico perche' io non amo il genere teatrale e per un paio di euro stavo comprando l'altro.
DOPPIO FINALE : io scelgo assolutamente il secondo !!!
Questo libro mi ispira e mi invoglia molto....
muahmuahmuah
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