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Frivolo ma pieno di charme
Partendo dal tardo medioevo e giungendo ai nostri tempi, Il Duca D'Auge se ne va a spasso per la storia a vivere le sue singolari e simpatiche avventure, accompagnato dai fidi scudieri, dagli inseparabili e combattivi amici e dagli immancabili Stef e Sten, i suoi saggi ed eloquenti cavalli parlanti. Nell’epoca moderna invece il buon Cidrolin trascorre le giornate sulla sua chiatta a bere estratto di finocchio e a dipingere continuamente la sua staccionata dove sistematicamente appaiono scritte ingiuriose sul suo conto. Ma qual'è il legame tra questi due personaggi? Beh, ogni volta che uno si addormenta sogna di essere l'altro e viceversa, in un continuo inseguirsi di sogni e realtà, senza mai riuscire a capire chi è il personaggio reale e chi quello onirico. Anzi, i due finiscono addirittura per incontrarsi, fare amicizia e decidere per certi versi il destino dell'altro. Sfruttando un’idea molto originale, l’autore ottiene un libro simpatico e piacevolissimo, molto divertente grazie alla forte dose di comicità, alle situazioni grottesche e ai singolarissimi personaggi e scorrevole grazie ad uno stile semplice e pieno di verve. Il libro inoltre è pieno zeppo di giochi di parole, neologismi, doppi sensi e non mancano neanche citazioni e celati riferimenti d’attualità. Queneau poi sembra voler proporre delle leggere riflessioni sulla condizione dell’uomo e sullo scorrere ineluttabile della storia, ma queste rimangono molto vaghe e velate, forse perché coperte dalla straordinaria simpatia di questa storia, facendo apparire il libro un po’ troppo frivolo ma comunque dotato di forte charme.