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Il linguaggio nascosto della vita
 
Il linguaggio nascosto della vita 2012-06-26 19:37:58 Foschia75
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Stile 
 
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Foschia75 Opinione inserita da Foschia75    26 Giugno, 2012
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I LIBRI NON CAPITANO MAI PER CASO.

In una parola:
POTENTE e ILLUMINANTE

Nella nostra vita non facciamo altro che entrare e uscire da fasi più o meno impegnative. Ci sono dei momenti in cui ti sembra di vedere te stesso dentro uno di quei teatrini per bambini.....e ti chiedi all'improvviso: chi muove i fili? Ti sembra di essere sul palco ma di non capire il copione. Che parte ho nello show della vita? Perché un momento sono la prima attrice e il momento dopo sono solo l'addetto all'apertura e chiusura del sipario? Ecco io sono in una di quelle fasi della mia vita. E questo libro mi ha "trovato" in "quel" preciso momento....l'ho aperto, l'ho letto e mi è venuta la pelle d'oca. Non prendetemi per matta, ma per una CHE CREDE NEL POTERE TERAPEUTICO DEI LIBRI.
E questo è uno di quelli!!!
Già dalle primissime pagine si è instaurato un "legame" con Alan, ho sentito un'affinità e fino alla fine ho camminato con il protagonista attraverso il suo viaggio interiore, quello più difficile, in cui si cerca se stessi senza essersi mai conosciuti.
La primissima cosa che mi ha tenuto incollata alle sorti di Alan, è l'essere un uomo e un marito; sono ormai abituata a leggere troppo spesso il punto di vista femminile del dolore....e raramente quello maschile. E' stato davvero struggente vedere il dolore e il senso di perdita attraverso gli occhi di un uomo. Perché ho sempre dato per scontato, che solo le donne hanno la forza di rialzarsi dalle proprie "ceneri"....solo le donne dopo il primo momento di sgomento e rabbia, imbracciano la vita e vanno avanti, soprattutto se si hanno figli. Leggere ciò che può accadere ad un marito, quando perde l'unico faro della sua vita e scoprire che ha la volontà di ricominciare riscrivendo la sua vita, come su un diario dove la parola fine sta nella prima pagina, mi ha lasciato senza parole. Allora mi sono chiesta....quanto c'è di autobriografico in questo libro? Per scrivere pagine così potenti la vita ti deve aver dato svariate "lezioni", oppure hai attinto dalle persone che ti stanno intorno ogni giorno....come è successo ad Alan dopo la partenza per il suo viaggio (interiore prima e fisico poi).
Un giorno era un affermato pubblicitario, con una casa da sogno, macchina di lusso e moglie bellissima...il giorno dopo un uomo senza più voglia di pensare, di andare avanti e sperare. Quello che cercherà è la speranza, l'unico motivo che muove gli esseri umani che sopravvivono.
Nel libro ci sono delle frasi davvero potenti, di quelle che ti lasciano senza parole, tra queste una in particolare mi ha colpito come un pugno allo stomaco:
"Qualcuno mi ha detto che di fronte alla sofferenza e al lutto, ognuno di noi deve affrontare un percorso universale. I primi tre stadi sono: il rifiuto, la rabbia e la negoziazione (con Dio)".
Richard Paul Evans non potrebbe mai trovarmi più d'accordo!
E' un libro che non si dimentica facilmente e che ti fa riflettere sulla natura umana, sul senso della vita e su quello che le pagine della tua hanno ancora da raccontare.
Alan ha appena iniziato il suo "cammino", e a questo libro ne seguiranno degli altri, perché la strada verso la comprensione e l'accettazione del dolore è lunga....per tutti.
Questa lettura ha riaperto vecchie ferite, ma ha anche alimentato la mia percezione dell'inestimabile fortuna che ho.
Dopo le prime tappe del suo viaggio Alan ha imparato che:
Possiamo trascorrere i giorni a piangere le nostre perdite, o possiamo trarne motivo di crescita. Alla fine dipende da noi. Possiamo essere vittime delle circostanze o padroni del nostro destino, ma non illudersi di poter essere entrambe le cose.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A tutti, anche se tristemente intenso..
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