Dettagli Recensione
I vostri occhi sono i nostri assassini
Mi hanno detto: Amélie Nothomb, o la ami o la odi.
Io confermo: è vero.
Era già da qualche tempo che avevo visto questo libro, e le recensioni positive mi hanno dato la spinta per leggerlo.
E' un libro pericoloso.
Pensate: siamo in un luogo e in un tempo non ben definiti, e in televisione trasmettono un reality chiamato "Concentramento".
In questo reality viene ricreata la situazione dei veri campi di concentramento nazisti: i prigionieri sono stati rastrellati a caso, strappati alle loro vite, buttati su un treno merci come animali e deportati in questo campo; dove ci sono i kapò: persone scelte accuratamente dagli organizzatori del reality per interpretare il ruolo dei carnefici.
Sono i kapò che decidono chi deve essere mandato a morte - le persone vengono veramente uccise - e sono i kapò i più disprezzati dal pubblico, il quale ovviamente non stacca mai lo sguardo dalla televisione, né pensa minimamente alla possibilità di cambiare canale.
E' agghiacciante: tra il pubblico, gli organizzatori, i kapò nessuno pensa che questo reality sia una cosa disumana e crudele.
E' normale.
E' quello che la gente vuole vedere.
Pannonique è una bellissima ragazza, descritta dalla Nothomb in una maniera inimitabile, che è stata rastrellata e deportata in "Concentramento".
Sarà Pannonique, ovvero CKZ114, a risollevare l'animo dei suoi compagni, grazie non solo alla sua bellezza ma anche alla sua intelligenza e alla sua forza interiore.
Zdena è una ragazza della stessa età di Pannonique. Vent'anni. Decide di presentarsi alle selezioni per diventare kapò, per far vedere ai suoi genitori ed amici che riesce a fare qualcosa nella vita, a realizzarsi.
Diventerà la più spietata e odiata kapò, che prenderà di mira Pannonique.
Per poi mantenere elevato l'audience, gli organizzatori decidono che sarà il pubblico a scegliere chi condannare a morte.
E' un libro crudele.
Tra amori, odio, vite strappate, bambini mandati a morire, un'umanità che è talmente disumana che non è più umanità, vi assicuro che vi arrabbierete tantissimo.
La Nothomb usa uno stile che ho apprezzato molto: non pesante ma scorrevole, in modo tale da non far passare per noiosa la storia; dipinge i personaggi in maniera quasi soave ed usa vocaboli che adoro.
E' un libro che ha ritmo; ha un cuore e un'anima, al di là del "mi piace- non mi piace".
Penso che la Nothomb abbia voluto farci riflettere su quanto possiamo diventare disumani e crudeli; di fatto mi ha ricordato le teorie di Hannah Arendt: il male è dentro di noi, ed è talmente banale che chiunque può compierlo.
Da leggere, se non avete paura di esplorare la "zona grigia".
Buona lettura!
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