Dettagli Recensione
Carta velina
Alla fiera del libro lo stand vicino al mio era quello dell’ Aìsara e le coloratissime copertine dei loro libri hanno attirato la mia attenzione. Così ho deciso di comprarne uno e la signorina dello stand ha strappato la pagina di un altro libro, l’ha infilata in quello appena acquistato, e mi ha detto che era un “assaggio”. Io, stupita e un po’ inorridita, sono tornata al mio stand, pensando che forse non era una cattiva idea per farsi pubblicità. In seguito ho comprato anche il libro della pagina strappata e quando l’ho letto ho capito il motivo di quel gesto. Lascio ai lettori il piacere di scoprire il significato di questo gesto.
Il libro in questione è “Il Libraio” di Régis de Sá Moreira, edito da Aìsara.
Sono tantissimi i libri dedicati ai librai, ma questo è davvero diverso. Leggero e delicato come un foglio di carta velina, ha come protagonista, inutile sottolinearlo, un libraio. Non troppo giovane né tanto vecchio, il libraio non ha un nome né una descrizione fisica precisa. Ci è dato di sapere che è abbastanza alto e robusto e vive nella sua libreria insieme ai suoi adorati libri, nutrendosi solo di tisane di cui non ricorda mai né il nome né il sapore per cui è sempre costretto a provarle e riprovarle,ascoltando la musica di Mozart e a volte parlando con Dio. Tutto il suo mondo è la libreria, che non chiude mai e da cui non esce mai.
Il libro è piacevole, scorrevole e mai banale. È anche un po’ ironico perché di librai così credo ne siano rimasti davvero pochi. Librai che leggono, voglio dire, non che si limitano a leggere la scheda fornita dalla casa editrice. Librai che sanno consigliare il libro chiedendoti a chi è destinato, quali sono i gusti del lettore, cosa lo appassiona.
Questo libraio è così, legge tutti i suoi libri, ogni tanto ne vende qualcuno, ma solo a chi gli fa simpatia.
Difficile da credere!
Regis de Sá Moreira, scrittore franco-brasiliano, scrive con delicatezza queste pagine senza mai calcare la mano, come se a vergare i fogli di carta velina fosse una vecchia penna a inchiostro, con uno stile leggero e ironico, a volte con riflessioni più profonde. Il libro, in questa libreria, diventa un’entità che vive di vita propria e la libreria stessa una corazza che lo protegge dal mondo. Ma come dice Daniel Pennac , (Come un romanzo, 1992) “Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d'altronde, o il tempo per amare.) Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.” E allora, forse, ogni tanto dovremmo appendere alla porta un cartello con su scritto “chiuso per ferie”, fare suonare il campanellino di entrata,“Pudupudupudù”, e uscire fuori. Perché la vita è lì che ci aspetta e bisogna viverla per raccontarla.
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Commenti
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ciao
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Bella recensione, ciao .