Dettagli Recensione
Bukowski o non Bukowski?
Due venerdì fà mi sveglio e vado a tentare un esame all'università. Con un po' di fortuna lo passo e così mentre torno a casa decido di fermarmi in libreria per vedere se trovo qualcosa di buono da leggere nel weekend. Ero partito per John Fante, ma come passo davanti alla lettera B noto con piacere che finalmente, dopo mesi che lo cercavo, è tornato Pulp del vecchio Buk. Era l'unico libro, escluse le poesie, che mi mancava da leggere di questo autore. L'avevo cercato ovunque a Roma quest'inverno ma senza risultati. Ora finalmente è tornato, è li davanti a me, lo posso prendere e chiudere il cerchio con Bukowski. Caro Fante, poche chiacchiere, sarà per la prossima, lo prendo e vado in cassa. Iniziamo col dire che questo libro è stato pubblicato dopo la sua morte (1994), ed è il più "recente" dei pubblicati se escludiamo "Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze" che è uscito proprio quest'anno. Il protagonista del romanzo è Nick Belane, l'investigatore più dritto di L.A., come lui si definisce. In realtà è un investigatore squattrinato che a malapena riesce a pagare l'affitto del suo ufficio, perso sempre tra una bottiglia di vodka ed una scommessa alle corse dei cavalli. Già qui, se siete un amante del grande Henry Chinaski, come lo è il sottoscritto, storcerete il naso, ma siamo solo all'inizio. Il romanzo si svolge in un intreccio di storie assurde, come incontri con alieni, la Signora Morte e l'immaginario Passero Rosso. Personaggi improbabili ed irreali si susseguono nello studio di Belane commissionandogli di volta in volta casi al limite dell'assurdo, come quello di trovare lo scrittore Cèline e vedere se è ancora in vita (quando in teoria dovrebbe essere morto circa 50 anni prima) oppure trovare il Passero Rosso senza sapere nè cosa sia nè dove cercarlo. In alcuni casi queste storie si intrecciano, in altre restano assestanti. Belane lentamente ma con intuito ed ingegno li risolve tutti e alla fine, proprio quando sembra esserne venuto a capo, ecco il colpo di scena che vi spiega la presenza nel romanzo della Signora Morte. Ora diró una cosa, in “Hollywood Hollywood!!!” Bukowski dice che spesso, al termine della loro carriera, alcuni scrittori famosi commissionavano romanzi a scrittori emergenti mettendo solo la firma alla fine del romanzo e facendolo poi passare per proprio. Ok, questo romanzo sospetto non sia di Bukowski. E se è il suo è uno dei peggiori. Vanno bene i collegamenti superficiali all'alcool, al sesso e ai cavalli, ma se avete letto solo un paio di romanzo con Chinaski protagonista, beh capirete subito che tra quei romanzo e questo ci sono differenze abissali, e non parlo di stile ma di contenuti. Questo romanzo è vuoto, una storiella piacevole da leggere ma fine a se stessa. In "Donne" e "Panino al Prosciutto" (ne prendo solo due ma potrei citarne altri) la storia non è fine a se stessa, da qualcosa al lettore che lo fà riflettere, parla di vita reale, di esperienze reali. Bukowski è più diretto, più passionale...più profondo. E se proprio dovessi fare un paragone con il Buk degli ultimi anni, quello che pensa alla morte imminente, sappiate che "Il Capitano è fuori a pranzo" è mille volte meglio di questo. Se vi capita leggetelo, ma sappiate che Bukowski è ben altro.
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Anche io compravo sempre un libro dopo un esame! Che Nostalgia!!! :)