Dettagli Recensione
Bollitori
Ora vi spiego il titolo della mia recensione:
penso che questo libro sia accogliente, un po' come tutta la letteratura giapponese che ho avuto il piacere di leggere e riporre nella mia piccola libreria, e sia circondata da un torpore che mi ricorda il rumore ovattato dell'acqua che bolle nei piccoli pentolini per il tè e subito dopo il vapore biancastro che sale dalla tazza prima ancora che la bustina di tè vi stia stata immersa.
Questo libro mi ha parlato dell'incapacità di constare e insieme della ricerca di un senso all'amore per una vita che sembra non avere spazio per la felicità. La risposta è nella gioia. Una vita non può essere definita felice quando in questa morte e disperazione tessono una fitta trama, ma le gioie della vita, come cucinare in una cucina piastrellata di bianco o trovare due occhi che ci incuriosiscono, un sorriso che si sogna, un amore che nasce senza definizione.
Dunque non credo che valga la pena perdersi nelle parole per un libro così piacevole. Ecco di nuovo, come avevo letto in Murakami, la morte che diventa vita. La morte che è parte della vita e attraversa anche le gioie del vivere.