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BALLERINI NEL VORTICE
Per raccontare l’avventura dell’uomo del terzo millennio DeLillo si rifà all’archetipo dell’Odisseo omerico e alla rivisitazione del medesimo da parte di Joyce nell’”Ulysses” del 1922: nell’antico poema l’eroe per recuperare l’identità perduta di re di Itaca e di padre/marito doveva attraversare il mare, sconfiggere Ciclopi e Sirene, nella realtà contemporanea lo spazio dell’avventura si restringe a una città-esemplare, New York, e all’interno di una limousine. Le peripezie dell’eroe avventuriero, il miliardario Eric Packer, sono ridotte al viaggio di un giorno per le strade caotiche della metropoli alla ricerca di un negozio di barbiere, e la geografia dell’avventura ha le dimensioni dello schermo di un computer nel quale il protagonista vede attraverso l’andamento dei mercati finanziari l’esito delle sue scorribande speculative. In un mondo dove il solo spettro che si aggira è il capitalismo, lo “sgattaiolante” Odisseo ha perso la sua principale virtù, ovvero la capacità di adattarsi alla realtà, per modificarla, plasmarla e farne racconto mitico. Eric, prototipo del finanziere dominatore dei destini del pianeta, è andato ben oltre la realtà: ne ha creato una fittizia a propria immagine e somiglianza ed essa ha finito con il divorarlo e con il farne una propria grottesca emanazione, ha voluto come Icaro salire al cielo ma il sole ha bruciato le sue ali di cera. Il mostro non abita più l’isola sperduta nel mare inesplorato, ma vive in perfetta simbiosi con il paesaggio urbano. La metamorfosi ha coinvolto non solo il protagonista del romanzo e le sue donne, ma persino la sua immagine speculare ovvero il suo assassino o i suoi deformi contestatori armati di topi, la probabile unità monetaria di un'imminente rivoluzione. Dominati e dominatori fanno parte delle creature alienate che vivono un universo confuso, dove neppure la percezione del tempo è netta. Il poeta dell’oggi dunque à costretto a dar voce al delirio, a una verità che sconfina con la visione onirica: “Cosmopolis” è cosi il diario allucinato nel quale si seguono momento per momento gli atti di un incubo in cui chi sogna si confonde con chi è sognato. Ulisse ha dato il primo impulso al progresso, ma della civiltà sopravvive solo un “vortice” e dei giovani che ballano “per non svanire nell’aria” un attimo prima che il loro futuro fallisca.
Indicazioni utili
A chi ha amato l"Ulysses" di Joyce. Interessante il confronto fra l'Odisseo, il romanzo di Joyce e "Cosmopolis"
Commenti
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Poi una cosa può piacere e non piacere. Ma se si ha amato l'Ulisse di Joyce non si può amare Cosmopolis.
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:-D