Dettagli Recensione
1000 splendidi soli
E' una storia capace di catturare l'attenzione del lettore, con un uno stile di scrittura molto valido, scorrevole, che non annoia e stimola a proseguire fino in fondo. Questi secondo me sono i punti di forza del romanzo, che comunque ritengo sia ampiamente sopravvalutato. Ad una più attenta analisi si capisce infatti che un po' ovunque sono stati subdolamente posizionati "trabocchetti" atti a sensibilizzare e commuovere il lettore, e io non amo particolarmente gli autori che ricorrono a questi tipi di espedienti per garantirsi il successo.
Il libro infatti trasuda drammaticità e crudeltà senza fine. Le protagoniste, di una bontà disarmante, subiscono ogni tipo di vessazione, diventando delle vere e proprie martiri. Inoltre, Khaled Hosseini non riesce a nascondere la propria simpatia per gli Stati Uniti, paese dove vive tutt'ora, infarcendo i sentimenti dei personaggi (quelli buoni ovviamente) di positivà gratuita nei confronti degli USA e del suo popolo.
Quindi, tirando le somme, lo schema narrativo, anche se efficace, è semplice: maltrattamenti alle donne + guerra in Afghanistan + attentati dell'11 settembre = lacrime e successo garantito!
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Ho trovato sia questo romanzo che Il Cacciatore d'Aquiloni, terribilmente realistici più che farciti di trabocchetti.
La penna scrive di ciò che il cuore abbonda: e non vedo perchè l'autore avrebbe dovuto limare le sue intenzioni o il suo sentire solo per addolcire un pò la pillola della drammaticità e della crudeltà senza fine che veramente sono state e continuano ad essere perpetrate in posti come l'Afghanistan.
Se poi il lettore arriva a piangere e a sentirsi colpito non è di certo perchè uno scrittore riesce a metter su una sceneggiata da telenovelas, bensì perchè è probabile che egli possieda il talento di toccare le giuste corde. E Hosseini, a mio soggettivo parere, è un grande scrittore di talento.