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Nobili intenzioni, pochi contenuti, zero charme
Le nobili intenzioni di DeLillo di mettere in evidenza i difetti di una società contemporanea fin troppo legata al materialismo e al consumismo vanno a cozzare contro una trama confusionaria e poco interessante e a personaggi privi di carisma e personalità. Le stesse critiche al mondo moderno sembrano retoriche e banali e peccano di saccenteria, inoltre non vengono sviluppate a pieno e restano a galleggiare nella confusione generale. Un vero peccato perché gli elementi per un buon libro non mancano. In una cittadina della provincia americana troviamo una famiglia eterogenea, dove i genitori vengono da diversi matrimoni falliti e vivono in un intreccio di figli provenienti da queste varie unioni, in una casa che somiglia ad un porto di mare, dove l’importanza del proprio status quo la fa da padrona. Ma le certezze legate al lavoro, agli affetti, alla sicurezza economica affondano di punto in bianco quando irrompe un disastro naturale scatenando un turbine di paure e sospetti e portando a galla impensabili timori e sconcertanti verità che sfociano in drammatiche conseguenze. Purtroppo l’autore sembra perdere di mano la trama, rimbalza confusamente da un fatto all’altro, da una paura ad una certezza, da personaggi che per un attimo sembrano pienamente sicuri di se per poi perdersi un secondo dopo in banali paure e clamorose contraddizioni. Si salva un po’ lo stile, grazie ad una prosa tutto sommato interessante, briosa e piacevole con qualche sprazzo virtuoso. Ma lo stile non basta a coprire le lacune di un libro pretenzioso ma notevolmente privo di charme e di contenuti.