Dettagli Recensione
Un tornado di parole e sputi
Come riassumere in breve il contenuto di questo romanzo? Con la famosissima canzone di Mina: parole, parole, parole...
Sì, perchè il tutto è governato da un'unica forma di scrittura: il dialogo.
Ma se Socrate esaltava l'importanza del dialogo come metodo di ragionamento collettivo tramite cui si raggiunge la sapienza, Amelie ha qui tutt'altro scopo con le sue infinite parole: lo sputo.
Proprio così: attraverso il linguaggio verbale, l'obeso, invalido e moribondo scrittore da premio Nobel protagonista esprime tutta la sua misantropia, misoginia e (presunta) superiorità morale. Ogni sua singola parola è uno sputo in un occhio, il massimo disprezzo per coloro a cui ritiene di non appartenere, un colpo mortale per i poveri giornalisti che rivestono, loro malgrado, il ruolo di carne al macello, dopo essere stati vittime di una spietata battaglia verbale. Non c'è ironia, nè tanto sarcasmo: solo una lunghissima guerra di logos il cui vincitore sarà uno solo.
Tutti questi sputi e parole, si articolano, si sovrastano, si intrecciano, si sovrappongono in un forte e violento tornado che finisce inevitabilmente per coinvolgere il lettore appassionato o meno.
Primo libro scritto da Amelie Nothomb e già questa donna dimostrava tutta la sua intelligenza. arguzia e acume: rispetto però ai libri precedenti che ho letto di quest'autrice, qui ho trovato un lessico e dei contenuti un po' più complessi, numerosi sofismi, frasi latine, filosofiche e dialettiche che ho dovuto rileggere più volte per poter capire.
Inoltre certi argomenti di conversazione mi sono sembrati un po'inutili e forzati (soprattutto alla fine), ma per il resto è proprio un buon libro.
Leggere Amelie Nothomb è un po' come andare dallo strizzacervelli. Con lei non ci si annoia di certo, ci si stupisce e sconvolge. Lei è la regina dell'imprevedibilità, della stranezza, dell'originalità il più vicina possibile alla realtà, nonchè dei finali a sorpresa (leggerei le sue opere solo per questi).
Insomma, o la si ama o la si odia. E io l'amo. Tanto.
Quando ci si abitua al suo stile, il suo senso del macabro diventa normalissimo e perfino piacevole.
So che sembrerò pazza nell'affermare ciò, ma che posso farci? Questa è Amelie, questa è la sua magia. Questo è l'incantesimo che mi ha fatto con le sue pagine. Con le sue parole.
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