Dettagli Recensione
Un mazzo di carte ed un'umanità' da svegliare.
Hans Thomas è il protagonista del romanzo di Jostein Gaarder, che, come già aveva dimostrato ne "Il Mondo di Sofia" è abilissimo ad arricchire le proprie opere con preziose delizie filosofiche. Hans è un bambino in viaggio con il padre - un filosofo mancato, con il vizio di alzare il gomito - alla ricerca della madre fuggita ad Atene per ritrovare sè stessa. Ma "L'enigma del solitario" è anche la storia di un naufrago in un'isola che non è esattamente come quella di Robinson Crusoe. Piuttosto è popolata da tanti nani quanto sono le carte da gioco, che si dividono i compiti in base al propria natura di picche, fiori, quadri e cuori. Ma l'isola nasconde un mistero, che sarà proprio il piccolo Hans a dover svelare. Le due vicende infatti si intrecciano e si rincorrono fino a quando Hans non comprenderà che le avventure dell'isola sono strettamente legate alla proprie.
I nani però non sono personaggi assennati, anzi a causa di una bevanda che stimola tutti i sensi hanno perso la capacità di ragionare. Dietro a queste figure prese in prestito dalle leggende popolari si nasconde l'intera umanità, talmente abituata alla realtà che finisce per ignorarla e darla per scontato. Ma fra questi c'è un jolly, un folletto solitario, l'unico a porsi quesiti su ciò che lo circonda. E anche il piccolo Hans è un jolly, che vaga sullo sfondo di un' Atene suggestiva e stimolante. Ed a Atene l'autore fa rivivere attraverso la bocca dei protagonisti anche il dramma di Socrate, l'unico jolly del proprio tempo, e quello di Edipo, vittima del tiro mancino del destino.
Jostein Gaarder non è mai eccessivo o ridondante, ma piuttosto utilizza uno stile colloquiale e semplice. Sa dosare la giusta profondità negli occhi del protagonista che si ritrova di fronte ad una storia fuori dalle righe, ma perfetta in ogni dettaglio e ad un padre che ama filosofeggiare. L'unica pecca è la poca chiarezza tra i diversi interlocutori che nella prima parte del libro si alternano a prendere la parola fino ad arrivare al protagonista del naufragio. Nonostante questa piccola imperfezione (assolutamente perdonabile) risulta comunque godibile e consigliabile a chi ama le storie semplici ma al tempo stesso ricche di significato.