Dettagli Recensione
La metamorfosi Rothiana
David Kepesh in una notte si trasforma da uomo in seno.
Sì, un seno femminile, delle esatte misure del suo corpo di uomo: 70 kg per un metro e ottanta di altezza. Lo decora un bellissimo e sensibilissimo capezzolo attraverso il quale David può parlare e può sentire. Però è privo di tutti gli altri sensi, tranne il tatto o meglio la sensazione di venir toccato, considerato che toccare lui non può, privo di mani com'è.
Professore di letteratura, collega naturalmente la sua situazione ai bellissimi racconti – La metamorfosi e Il naso - di Kafka e Gogol che per anni ha spiegato ai suoi studenti; si chiede persino se quelle fantastiche invenzioni letterarie (tanto a lungo frequentate) non abbiano potuto influenzare la sua vita portandolo alla condizione attuale. Ma sotto il profilo emotivo non si sa dare pace, rimane a lungo, fino alla fine, incredulo che quel che vive sia davvero la realtà e fa un tentativo di rifugiarsi nella pazzia, preferendola a quanto sta vivendo.
Intorno a lui si muovono pochi personaggi: il suo medico, che studia questa incredibile metamorfosi con scientifico distacco; il padre che con tenerezza lo visita una volta alla settimana, parlandogli come se nel letto ci fosse suo figlio come lo conosceva e non una enorme mammella nuda; la sua compagna, la giovane Claire, che giorno dopo giorno non gli fa mancare il suo affetto e lo accarezza con tenerezza nelle sue parti più sensibili, fornendogli il piacere fisico che lui brama.
Il personaggio più incredibile è proprio Claire che appare quasi bovina, nella sua accettazione di una situazione inverosimile, mentre fornisce carezze e baci lascivi alla mammella in cui il suo uomo si è trasformato. David si chiede a un certo punto se, a ruoli invertiti, sarebbe stato in grado, lui, di accarezzare e baciare la sua Claire trasformata un grosso pene di cinquanta kg.
Il racconto è gradevole e divertente per la capacità di Roth di mantenere viva l'attenzione del lettore e per la leggerezza ironica e a tratti cinica con cui l'argomento è trattato.
Il finale consolatorio, con il richiamo ad una poesia di Rilke, dedicata al frammento di una statua di Apollo esposto al Louvre, fa tornare David a rivestire ancora una volta i suoi panni di professore e allude forse alla possibilità che nella parte si possa rintracciare il valore del tutto.
[…]
Vedete, non è questione di fare quello che è giusto o appropriato; non è il galateo della perfetta mammella a preoccuparmi, ve lo posso assicurare. È piuttosto fare ciò che devo per continuare a essere io. Perché se non io, chi? O che cosa? O continuo a essere me stesso, o impazzisco – e poi muoio. E sembra proprio che non abbia voglia di morire; sorprende anche me, però continua a essere così.
[…]
Indicazioni utili
Commenti
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ordina
|
Grazie
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Bellissima rece :)