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Un romanzo dolceamaro
La giovane protagonista del romanzo, Grace, dopo aver perso una gamba a seguito di un incidente deve ritrovare la forza di cavalcare e, soprattutto, di vivere. Ma L’uomo che sussurrava ai cavalli non è solo questo: è anche una storia d’amore, un legame di amicizia, un rapporto tra madre e figlia: comprende, insomma, tutto ciò che qualcuno può cercare in un libro. Il titolo è dolce, quasi complice, ma la storia si rivela essere tutt’altro che questo. È dura, amara e senza possibilità di scampo: dalla tragedia iniziale che apre il libro, a quella finale che lo chiude, il romanzo è un vortice di situazioni e personaggi che muta di continuo. La trama cambia di pagina in pagina: dà appena il tempo di tranquillizzarsi, adottando un procedimento omogeneo, quando qualcosa di nuovo arriva e spinge il lettore a divorare ogni riga in attesa del passaggio conclusivo. Ed è proprio questo ritmo incalzante il punto di forza di questo libro: la storia in sé per sé si alterna di continuo a flashback sul passato dei personaggi, che ci aiutano a comprendere le scelte di ognuno e ci lasciano il fiato sospeso quanto la trama si interrompe bruscamente per lasciare spazio a questi excursus.