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Il prigioniero del cielo
 
Il prigioniero del cielo 2012-03-17 17:39:46 exeter64
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exeter64 Opinione inserita da exeter64    17 Marzo, 2012
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Ritorno al Cimitero dei libri dimenticati

Dopo circa tre anni d'attesa ecco finalmente che viene pubblicato il nuovo romanzo di Zafòn. E' il terzo episodio di una tetralogia iniziata con "L'ombra del vento", continuata con "Il gioco dell'angelo" ed alla quale manca ormai solo il quarto capitolo. E' ormai conosciuta come la serie del "Cimitero dei libri dimenticati", questa misteriosa, esoterica libreria di Barcellona dove sono custoditi libri famosi, classici della letteratura e scritti di autori sconosciuti, che convivono in un edificio dove, dalla descrizione che viene fatta dall'autore, sembra che le regole della fisica e del tempo sono violate in ragione di un'architettura irreale ed affascinante, come un tempio che ospita volumi dove sono contenute storie misteriose ed irreali ed il rapporto tra un lettore ed il libro che sceglie di leggere si stringono tenacemente, mescolandosi insieme. Le vicende personali degli autori dei libri ed i loro racconti si avvinghiano in un apparentemente inestricabile intreccio di eventi che condizionano coloro che ne vengono a conoscenza.
La memoria ed il ricordo sono un elemento sempre presente nei romanzi di questo autore ed Il passato che ritorna prepotente, muta il destino dei personaggi e mina le loro certezze.
Ne "Il prigioniero del cielo" ritroviamo i personaggi principali de "L'ombra del vento", da Daniel Sempere a Fermin Romero de Torres, ma, in aggiunta questo romanzo lega le loro storie a quelle dei personaggi de "Il gioco dell'angelo", che cronologicamente si svolgeva precedentemente. Ecco quindi che si delinea un affresco narrativo complesso ed articolato, dove storie apparentemente distanti nel tempo sono unite dal filo di eventi drammatici e dolorosi, le passioni ed i sentimenti si scontrano con i contorti meandri mentali di personaggi malvagi ed assetati di potere e vendetta, sullo sfondo della dittatura franchista e degli eventi storici della Spagna tra gli anni '30 e '50. Barcellona torna ad essere protagonista silenziosa ma evocativa, come una muta testimone dei fatti, grazie alla potentissima capacità descrittiva dell'autore.
Il romanzo possiede un centro narrativo che ha come protagonista Fermin Romero de Torres ed il suo passato. La sua storia si intreccia con quella di David Martin, personaggio principale de "Il gioco dell'angelo", gettando un solido ponte di eventi che uniscono i tre libri della serie. La complessità delle storie che si allacciano le une con le altre creano una spirale di avvenimenti che è simboleggiata dal logo presente nelle pagine del libro, la schematizzazione di una scala a spirale ripresa da una scalinata della chiesa de la Sagrada Famiglia di Barcellona. Vera spirale logaritmica ed espressione geometrica di un rapporto matematico, la sezione aurea, che rappresenta l'ideale "rapporto perfetto" tra le varie parti di una composizione più articolata, difficile da afferare se osservata nel dettaglio, ma armoniosamente espressa se colta nel suo insieme. Forse la tetralogia del "Cimitero dei libri dimenticati", quando sarà completata, si potebbe sintetizzare con questa immagine a spirale, ipnotica e ridondante, ma formalmente perfetta, dove non c'è un inizio ed una fine e, in effetti, si può cominciare a percorrerla in un qualunque punto dirigendosi in un verso o nell'altro, come sembrano svolgersi gli avvenimenti narrati in questi libri, con la loro mescolanza di passato, presente e futuro.
Forse più lineare e meno complesso dei due episodi precedenti, questo romanzo però chiarisce molti punti oscuri lasciati in sospeso dagli altri due libri, ma nel contempo, ne crea di nuovi.
Il lettore riesce a "sentire" chiaramente le sensazioni provate dai personaggi. Le loro passioni, i loro timori, i legami d'amore e d'amicizia, il desiderio di vendetta e l'incapacità di dimenticare illuminano un romanzo che si legge tutto d'un fiato, dove, ancora una volta, il sotteraneo protagonista della storia è un libro "maledetto". Il Cimitero dei libri dimenticati ed il suo custode sono come i depositari di un passato che non può e non deve svanire nel nulla poichè, come afferma l'autore in un'intervista, "..siamo ciò che ricordiamo."

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Commenti

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splendida rece, Fabry!!!

complimenti!!!
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exeter64
19 Marzo, 2012
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Grazie Giovanna. E' sempre un piacere per me leggere e scrivere qualche recensione...
Saluti ed a presto
2 risultati - visualizzati 1 - 2

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