Dettagli Recensione
Leggerezza senza futilità
Judd Foxman, protagonista e narratore del romanzo, si trova a dover affrontare il lutto per la morte del padre in un momento della propria vita particolarmente difficile, a causa del naufragio del proprio matrimonio.
Nonostante che il defunto fosse tutt’altro che osservante e praticante, per rispettarne le ultime volontà la commemorazione si svolgerà secondo il rito ebraico della Shivà: per sette giorni consecutivi i quattro figli – una femmina e tre maschi, tra i quali Judd è in posizione mediana – assieme ai rispettivi coniugi o compagni, soggiorneranno con la madre nella casa paterna, tornandovi da diverse località degli Stati Uniti, per osservare il lutto e ricevere le visite di condoglianze di amici e conoscenti.
Tutta la narrazione si svolge attorno a questi due punti focali. Da una parte, cioè, l’inattesa abitazione coatta dei componenti di una famiglia da lungo tempo incontratisi soltanto sporadicamente e brevemente e, dall’altra, lo sfascio di un matrimonio cui Judd non intende rassegnarsi per quanto ineluttabile gli appaia. Attraverso l’alternanza tra una cronaca delle sette giornate svolta in termini diaristici e l’evocazione di ricordi e riflessioni su eventi presenti e remoti, il narratore riesce a intrecciare in termini funzionali particolarmente efficaci ed avvincenti le storie familiari di più antica data, la cocente crisi coniugale, il confronto - non di rado anche assai virulento - di caratteri, storie, e dinamiche personali, ed anche la riemersione nostalgica di rapporti sentimentali che, radicati nei tempi e negli spazi dell’adolescenza, tornano a proiettarsi nell’attualità.
Si tratta di una lettura particolarmente brillante e gradevole, sorretta dal mestiere dell’autore, che affronta estesamente i temi delle perdite, dei lutti, dei passaggi di età, senza inclinare alla drammatizzazione e senza pretese di profondità . In effetti, anche se il titolo italiano riprende una frase e un momento significativo della narrazione, il titolo originale del romanzo - This is Where I Leave You (Qui è dove ti lascio) - esprime in termini assai più appropriati il senso complessivo della storia e del modo in cui è raccontata.
La chiave fortemente ironica, aliena da sentimentalismi e spesso dichiaratamente anticonvenzionale, contrassegna una scrittura che non di rado, anche grazie alla vivacità dei dialoghi, si fa decisamente esilarante, pur senza escludere momenti di riflessione più acuta e matura. Le vicende si caratterizzano per andamenti e sviluppi che – anche quando prevedibili o addirittura attesi – riescono, almeno per qualche aspetto o particolare, a presentare elementi di sorpresa, contribuendo così a tenere sempre avvinti la curiosità e l’interesse del lettore.
In breve, dunque, il romanzo appartiene al novero delle letture caratterizzate dalla leggerezza, ma senza scadere minimamente nella futilità e, quindi, senza indurre affatto nel lettore la sensazione di aver sprecato del tempo per qualcosa da poco. Al contrario, anche questo è un libro che, alla fine, si chiude con un certo rammarico.
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Commenti
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bella rece:)
Complimenti per la recensione!
Ciao,
Amalia
Si si e' lui !
Io ho letto solo DOPO DI LEI e ho in casa un altro titolo .
In inverno leggo roba piu' pesante, in primavera estate amo scritture piu' frizzanti.
Questo sembra bello, non l'ho letto .
Scrive bene TRopper, quando vuoi una pausa non banale e' perfetto.
Almeno Dopo di lei era cosi', romantico , divertente, ben scritto . Una bella commedia.
Mi sta venendo voglia di leggere quello che ho a casa...Lo sto conservando :-)
Lo leggo! Portami via, poi, è invitante!
:-)
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Io ho letto Dopo di lei e ho in casa Tutto puo' cambiare.
Leggero' senz'altro anche questo.
Leggero , brillante e non banale Tropper, concordo.