Dettagli Recensione
SESSO, ALCOOL E CAVALLI.
Romanzo breve e brillante che si legge nel giro di poche ore. Linguaggio diretto , senza tante cerimonie e spesso volutamente scurrile. La vicenda gira intorno alle vicissitudini di Henry Chinaski che in una impalpabile Los Angeles degli anni ’70 è alle prese con il suo lavoro alle poste che gli garantisce una sicurezza economica a cui egli tuttavia non aspira; anzi il sistema capitalista americano, rappresentato in questo romanzo dai serrati ritmi di lavoro a cui si sottopone (o si dovrebbe sottoporre), sembra quasi tarpargli le ali e frenarne i desideri. Ho detto desideri??? Beh forse nel caso del protagonista si può piuttosto parlare di stimoli primordiali, in effetti le cose per cui Henry sembra vivere sono , l’alcool, le donne e le corse dei cavalli. Henry è sicuramente un personaggio interessante, che stimola sensazioni differenti spesso opposte, mi spiego meglio; a volte , a dire la verità quasi per tutto il racconto, lo si detesta e lo si prenderebbe a calci nel di dietro per quel suo atteggiamento così lascivo e menefreghista nei confronti dei sentimenti e degli obblighi a cui la vita lo mette di fronte ma poi in altre occasioni, viene a galla un profilo più sensibile che lo fa quasi apprezzare, anche per quel suo apparente distacco nei confronti dei beni materiali ; virtù questa non proprio comune negli Stati Uniti degli anni ’70. Insomma un personaggio controcorrente che si ama e si odia allo stesso tempo, simbolo ed interprete di una generazione che ha avuto il coraggio di dire la sua in un periodo di grandi rivoluzioni sociali.