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La strada per Los Angeles
 
La strada per Los Angeles 2012-03-08 23:23:34 Giovannino
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Giovannino Opinione inserita da Giovannino    09 Marzo, 2012
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Bandini: La Genesi.

Dopo essermi innamorato di "Chiedi alla polvere" ho deciso di leggere tutta la tetralogia del grande Arturo Bandini partendo dall'inizio, "La strada per Los Angeles". Come inizio a leggere la prefazione vengo peró a sapere che non si tratta di una vera tetralogia, non solo perchè i romanzi sono completamente indipendenti tra loro e non collegati, se non tramite il protagonista, ma anche perchè non c'è continuità temporale. Sebbene infatti questo sia il primo romanzo dei "quattro Bandini" perchè scritto nel 1935, si deve attendere fino al 1985 per vederlo stampato. Infatti negli anni 30 nessun editore si prese la briga di stamparlo e rimase così "nascosto" per poi essere ripreso dopo la morte dell'autore (che nel frattempo aveva riscosso successo con "Chiedi alla polvere") e fu quindi reso pubblico solo dopo gli altri 3 romanzi di Bandini. Il romanzo è in sostanza la genesi di Arturo Bandini. In questo romanzo l'autore ci presenta il personaggio, la sua famiglia (composta da madre e sorella), i vari lavori, e l'inizio del suo sogno, e cioè l'aspirazione a diventare uno scrittore di successo. Prima di leggere questo romanzo avevo letto diverse recensione e si dividevano tra chi diceva di aver letto un capolavoro e chi dopo 100 pagine lo aveva abbandonato odiando l'arrogante e presuntuoso Bandini. Personalmente mi pongo nel mezzo. Credo che il personaggio di Arturo Gabriel Bandini sia uno dei migliori del '900, e credo che chi lo reputa presuntuoso e arrogante non ha capito a pieno il personaggio. È vero infatti che superficialmente puó sembrare così, ma poi basta arrivare fino alla fine del capitolo o della pagina e ci si accorge che il presuntuoso Bandini: viene preso in giro da dei ragazzini per strada, dai colleghi, dalle donna, e perfino dalla sorella. Arturo Bandini è un perdente che reagisce con la presunzione e l'arroganza alle varie sconfitte che la vita gli riserva. Attacca per non essere attaccato, ma in realtà Bandini è una persona sola, sconfitta ed emarginata che mente a se stesso per poter andare avanti. Di contro penso che incentrare un intero romanzo su Bandini che cambia lavoro e litiga con i colleghi alla lunga puó risultare un pó noioso. Vagamente questo romanzo mi ha ricordato un pó il Bukowski di Factotum, anche se quest' ultimo lo preferisco di gran lunga. In conclusione un romanzo dedicato solo a chi ama Bandini e Fante.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
solo per chi ama Bandini e Fante.
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