Dettagli Recensione
Morire per una birra ai tempi dello spread
Un pugno in pieno volto,di quelli che fanno male, fratturano il naso.
Senti il sangue scorrere sulla bocca e poi imbrattare vestiti e mani.
Poi arriva il secondo,senza pietà, nello stomaco, ti manca il respiro, apri la bocca,come uno che affoga e soffochi con il tuo sangue e finalmente lo sputi via:respiri!,ma non è finita.
Siamo a Parigi in un grande centro commerciale, uno sbandato, di quei fratelli maggiori che non sono mai cresciuti,di quei cugini che ne combinano sempre una,
di quei figli che continuano a credere che Peter Pan busserà alla loro porta per
portarli sull'isola;va in giro, sostanzialmente cazzeggia e poi, ha sete,che fare?
Soldi in tasca non ne vede da quando ha perso il lavoro,quella specie di lavoro che aveva, ed
ecco il reparto birre,un niente,allunghi la mano, bevi,sfrontato davanti alle
telecamere che ti seguono come fossi una pop star sul palco e poi eccoli quei quattro
della security,hanno la sua stessa età,i loro sogni li hanno affossati
in una divisa sdrucita che fa il verso a quelle vere della polizia.Lo prendono , lo spingono
nel magazzino lontano da tutti e da tutto e lo massacrano di botte.
Il ragazzo muore per aver rubato una birra in un grande magazzino.
Provate a sfogliare un quotidiano qualsiasi ,troverete dei piccoli articoli, lunghi e stretti,come piccole bare incastonate nella pagina,come dice Mauvignier, è di quei "nulla" che parla questo libro, di quelli che sono sempre i fratelli,i cugini, gli amici,i figli degli altri.
di Luigi De Rosa