Dettagli Recensione
Ancora sottotono...
Anche stavolta il vecchio Jack non mi ha colpito, anzi. Dopo aver letto Sulla Strada, che avevo trovato un bel romanzo, ma non così stupefacente come spesso si dice del più romanzo del fondatore della Beat, decido di dargli un’altra possibilità e comincio “I Sotterranei”. Il romanzo parla della storia di Leo (Kerouac) e di una bella ragazza di colore, Mardou. I due si conoscono ad una festa, lui la corteggia, finisce per farla innamorare, fino poi a rovinare tutto a causa della sua gelosia nei confronti di un altro ragazzo di nome Yuri. Leo aveva infatti sognato che Mardou una notte lo avesse tradito con Yuri, ed è così convinto della veridicità di questo sogno che finisce per litigare con entrambi e perdere l’amore della bella Mardou. Se già di per sé la storia non è né tanto originale e né profondamente coinvolgente, ciò che gli dà il colpo di grazia è lo stile estremizzato che Kerouac usa in questo romanzo. Si serve infatti della prosa spontanea, ma diversamente di come fa in “Sulla strada” in questo libro lo estremizza troppo, a mio modo di vedere. Ci troviamo quindi a leggere di periodi lunghissimi con solo un punto e due virgole, per non parlare delle mille volte che apre diversi argomenti senza poi chiuderli. La storia, che già di per sé non è molto avvincente, finisce così per risultare lenta ed a tratti noiosa, molto noiosa. Ho impiegato una settimana per leggere questo libricino che è poco più di 120 pagine, perché non riuscivo ad andare oltre le 10/15 pagine al giorno,e molte volte perdevo il filo di quello che stavo leggendo, salvo poi riprenderlo ( e capire alcuni concetti) solo uno o due giorni dopo con il seguito del libro. Insomma se già “Sulla strada” non mi aveva entusiasmato, questo non ha di certo migliorato la mia considerazione per Kerouac, che reputo un grande scrittore, ma non ai livelli di Bukowski o Burroughs ( per citare due suoi contemporanei). In sostanza un libro che consiglio solo a chi ama veramente questo scrittore.