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La guardia bianca
 
La guardia bianca 2012-02-26 19:31:12 enricocaramuscio
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    26 Febbraio, 2012
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Debutto in grande stile

Questo è il primo romanzo pubblicato da Bulgakov e per il grande scrittore ucraino fu un debutto in grande stile: trama avvincente, perfetto ritratto storico, personaggi molto ben delineati e una prosa incantevole, curata in ogni particolare e che spesso sfiora la poesia. La storia ruota intorno ai tre fratelli Turbin che, poco dopo la scomparsa della loro amatissima mamma, si ritrovano a dover fare i conti con altri eventi drammatici. Infatti, dopo la rivoluzione d' ottobre, l’ Unione Sovietica è in piena guerra civile e la loro città, Kiev, si trova stretta tra tre fuochi: da una parte i “bianchi” fedeli all’ etmano supportati dai tedeschi, dall’ altra gli indipendentisti ucraini guidati dallo spietato Petljura e infine i “rossi” bolscevichi. Elena dovrà separarsi dal marito, costretto dagli eventi a cercare rifugio all' estero, mentre Nikolka e Aleksej si arruoleranno nella guardia bianca rischiando la vita per difendere il governo dell’ etmano e i privilegi della loro classe. Saranno giorni di paura, rabbia, sangue, violenza e odio ma ci saranno anche occasioni per mangiate, bevute, musica, partite a carte e corteggiamenti. Mancano la satira e le metafore di cui in seguito saranno ricchi i romanzi di Bulgakov, mentre qui l’ autore usa un realismo nudo e crudo e permea l’ intero libro di un’ atmosfera di precarietà, pericolo e di una tensione amara e palpabile. Il libro è ricco di citazioni letterarie, musicali ed artistiche e interessanti riflessioni di carattere politico e sociale la cui idea di fondo è una: la decisa e profonda condanna della guerra e della violenza in generale a cui troppo spesso porta il fanatismo ideologico di qualunque parte esso sia. Poetico e commovente il finale in cui lo scrittore si chiede come mai gli uomini si affannino tanto per cose futili e passeggere invece di ricercare la pace rifugiandosi nelle stelle, fisse, eterne ed immutabili: “Tutto passa. Le sofferenze, i tormenti, il sangue, la fame e la pestilenza. La spada sparirà, e le stelle invece rimarranno, quando anche le ombre dei nostri corpi e delle nostre azioni più non saranno sulla terra. Le stelle saranno allo stesso modo immutabili, allo stesso modo scintillanti e meravigliose. Non esiste uomo sulla terra che non lo sappia. Perché allora non vogliamo la pace, non vogliamo rivolgere loro il nostro sguardo? Perché?”. Come non amare un grande maestro capace di scrivere cose del genere?

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Commenti

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Ciao Enrico, trovo che la tua recensione sia davvero splendida!
altro libro da leggere...grazie della segnalazione!!
è il libro ad essere splendido...e anche questo autore che però purtroppo ci ha lasciato pochissimi libri...
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