Dettagli Recensione
Lettura gradevole per profonde riflessioni
Non sarà l'opera più rappresentativa di Steinbeck, ma sicuramente è un romanzo che adegua perfettamente le scelte stilistiche al contenuto. Il piccolo "miracolo" effettuato qui dal narratore è, secondo me, quello di aver affrontato il doloroso tema dell'occupazione di un piccolo paese norvegese da parte dei nazisti e della conseguente resistenza organizzata dagli occupati con una semplicità che non scade mai nella banalità, nella sciatteria o addirittura nella volgarità. Adottare un linguaggio semplice, agile, quando si affrontano temi come, appunto, la guerra, che magari ne richiederebbero uno crudo e violento, potrebbe essere insidioso. Ma la sapienza narrativa di Steinbeck non viene minimamente sfiorata dal rischio di confezionare un'opera poco problematica, se non addirittura approssimativa.
La semplicità, infatti, non solo esalta, anziché stemperarla, la tragedia degli oppressi ma si dimostra la scelta migliore per spiegare come il bisogno di libertà sia universale. Anche a costo del sacrificio personale.
Da insegnante, ne consiglierei la lettura a scuola.
Da lettrice, non ho dimenticato i pensieri, le bassezze, le paure e le speranze di personaggi delineati con umanità e realismo.
Da semplice essere umano, non posso considerare la libertà un privilegio godibile solo da parte dei più "forti" (che sono poi semplicemente più violenti e meglio armati) ma un diritto di tutti. Questo mi sembra il messaggio, per nulla banale e sempre attuale, che Steinbeck ci ha voluto regalare, ancor più significativo se si pensa che lo ha condiviso con il mondo mentre esso era insangnuinato dalla follia della Seconda Guerra Mondiale.
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