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RICORDANDO LE NONNE DI PLAZA DE MAYO
In primis suggerisco di evitare la quarta di copertina, e' rovinosamente dettagliata, una sintesi vera e propria del romanzo. Col senno di poi , io stessa avrei preferito non leggerla, avrei vissuto il libro con piu' intensita', scoprendo pagina per pagina quello che la casa editrice mi aveva gia' spifferato.
Due parole per sintetizzarne il contenuto : Luz, ha 21 anni, e' argentina, e' nata nel 1976 .
Luz, una famiglia fittizia. Luz figlia di desaparecidos. Luz, strappata alla madre in sala parto, come avveniva frequentemente durante il regime terrorista.
Un romanzo fitto, corposo, descrittivo, doloroso, fastidioso, drammatico, liberatorio.
L'autrice, Elsa Osorio, e' argentina e si sente, trapela senza remore il suo odio per quel periodo oscuro, la condanna senza esitazione al regime militare.
Nella struttura del romanzo si intrecciano passato e presente, esso racconta un ventennio , dagli inizi del regime con gli arresti e le torture ai giorni piu' recenti, con le immagini commoventi delle Nonne .
Purtroppo, benche' abbia trovato la trama del libro veramente eccellente, non ho amato la penna dell'autrice. Sara' che io detesto l'uso delle parolacce nella forma scritta, ( ogni tanto puo' capitare, ma l'abuso mi innervosisce) il vocabolario e' talmente guarnito di sinonimi che ritengo si possa creare un insulto con un po' piu' di classe.
Sara' che da una trama del genere mi aspettavo un'esaltazione estrema del pathos.
Invece c'e' qualcosa nel suo stile che blocca, io credo si tratti di rabbia. La rabbia dell'autrice che le ha impedito di eccellere in sentimentalismo. Comunque sia, un bel contenuto, una bella testimonianza, per quanto romanzata, questa e' storia recente.
IL coraggio di una madre
Il coraggio di una bimba.
Il coraggio di una ragazza.
La caparbieta' delle donne.
L'identita' come anelito di completezza.
Buona lettura.
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Commenti
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Non fosse stato per la trama notevole, per la caratterizzazione dettagliata dei personaggi, per il fulcro del libro che mi entusiasmava assai, lo avrei lasciato.
La trama ha salvato l'opera.
Non oso immaginare se questo contenuto lo avesse steso la nostra Margaret ... Mamma mia.
CUB, in che senso vi è un abuso di parolacce?...Nei dialoghi?...
Alemno usasse dei sinonimi, invece che usare sempre le stesse e crearne ripetizioni. Posso anche concordare con l'accezione dispregiativa.
Ma sempre con sto p. e figlio di p.
Insomma, a me l'abuso poco piace :-)
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Una riflessione generale, al di là delle lettura in sè.
:) Sai, non conoscevo questa scrittrice. Grazie.