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Inés dell'anima mia
 
Inés dell'anima mia 2008-06-18 20:12:15 Maristella
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Maristella Opinione inserita da Maristella    18 Giugno, 2008
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Donne

“ Un uomo fa quel che può,

una donna quello che lui non può.”

Inès de Suarez, conosciuta anche come la Conquistadora, è una figura storica realmente esistita. Una donna tenace e coraggiosa fuori dagli schemi dell’epoca, l’unica donna spagnola che partecipò attivamente alla conquista del Cile ed alla fondazione di una delle sue più belle città: Santiago. Ma la Storia è stata scritta dagli uomini e questa figura di donna ardimentosa e risoluta è stata trascurata dalle fonti storiografiche ufficiali, nonostante la grande influenza e il grande potere economico che fu capace di esercitare. Isabel Allende, dopo accurate ricerche e attente considerazioni degli antichi do*****enti a sua disposizione, ricerche durate ben quattro anni, ha desiderato dar corpo e voce a questo straordinario personaggio di cui è stato scritto tanto poco permettendo così all’autrice di immaginare tanto e di regalarci un fiammeggiante spaccato di un periodo avventuroso e pieno di contrasti quale è stato il XVI secolo, visto da una prospettiva tutta al femminile. Il romanzo inizia con una Inès ormai anziana, alla fine dei suoi giorni. Ella pensa che i suoi preziosi ricordi e non solo quelli che appartengono alla Storia, ma anche quelli che più intimamente le sono propri, non debbano finire con la sua vita, ma essere dono di esperienza e conoscenza alla posterità. Aiutata dalla figliastra Isabel, Inès scrive le memorie di un’esistenza vissuta con grande forza ed estrema passione. Nata a Plasencia, una regione dell’Estremadura, Inès è destinata a non sposarsi per potersi dedicare completamente ad accudire il nonno. Si invaghisce di Juan de Malaga, donnaiolo impenitente, giocatore e grande esperto nelle arti amatorie e lo sposa contro il volere della famiglia. Ma viene presto abbandonata dal marito che si reca nel Nuovo Mondo con la prospettiva di trovare oro e ricchezza. Per sfuggire alle ristrettezze economiche e ad un destino non certo consono alle sue capacità, Inès, con la scusa di ritrovare il marito, parte anche lei verso il Nuovo Mondo in cerca di maggior fortuna, compiendo un estenuante e azzardato viaggio per mare, fino ad arrivare in un Perù ormai sottomesso allo spietato Governatore Francisco Pizarro. A Cuzco, incontra Pedro de Valdivia, accattivante e tenebroso capitano , unitosi all’esercito spagnolo per sfuggire ad un deludente matrimonio. Tra i due scocca la scintilla di una irrefrenabile passione che li condurrà, insieme, ad intraprendere un’avventuroso viaggio attraverso l’infernale deserto di Acatama per arrivare a conquistare i paradisiaci territori di un paese ancora inesplorato, il Cile, dove fonderanno la città di Santiago. La Allende ci regala, attraverso gli occhi della protagonista, un vivido quadro di tutti gli avvenimenti che portarono gli Spagnoli alla Conquista del Cile, non risparmiandoci eroismi e crudeltà, passioni e intrighi, bellezza e orrore. Tante le figure di spicco del libro come Rodrigo Quiroga, primo Governatore del Cile e secondo marito di Inès, uomo dall’animo nobile e generoso, Catalina l’india dalla grande forza d’animo e dall’acuto pragmatismo, fedele alla sua padrona fino alla morte e Felipe, l’ enigmatico ragazzo indigeno che per anni vive un’esistenza muta accanto agli spagnoli per poter carpire i loro segreti e poterli poi usare per contrastarli con l’uso delle loro stesse strategie, una volta preso il comando della terribile tribù dei mapuche, diventandone il leggendario capo Lautaro, anche lui realmente esistito. Pur non avendo la forza narrativa dei suoi romanzi più famosi ed amati, la scrittura fluida ed appassionata, l’accuratezza nella descrizione dei fatti, dei tanti personaggi realmente esistiti e degli usi e costumi dell’epoca, il non tralasciare le ragioni delle popolazioni autoctone invase e violentate, l’alternanza di passaggi poetici e di rappresentazioni di pura efferatezza, il sapiente mix di storia, epica e avventura, ne fa certamente un libro interessante e degno di essere letto per approfondire la storia di un paese e di un popolo che la scrittrice ci invita sempre a conoscere, comprendere ed amare.

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