Dettagli Recensione

 
La sorella
 
La sorella 2012-01-25 15:11:46 Cla93
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Cla93 Opinione inserita da Cla93    25 Gennaio, 2012
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Rapita di nuovo...!

Lo ammetto: anche questa volta Màrai mi ha totalmente coinvolta nella sua storia, nelle sue pagine, nelle sue parole.
Come l’ultima - e anche la prima- volta mi ha trasportata in un mondo quasi magico, in cui io soffrivo con il protagonista: un musicista che, a causa di una strana malattia, non può più suonare il pianoforte, la "belva nera", per una paralisi a due dita della mano destra.
La storia inizia con il racconto di uno scrittore che ha conosciuto il musicista; e dopo la morte di quest'ultimo decide di pubblicare il manoscritto in cui il musicista narra della propria malattia.
Vi assicuro che le due dita della mano destra – anulare e mignolo – si sono paralizzate anche a me!!
Màrai è geniale. Usa un ottimo linguaggio, ha un ottimo stile e le sue storie sono commoventi, anche se fin’ora ne ho lette solo due.
Ancora non lo affermo… ancora non affermo di aver trovato un nuovo amore. Per poter affermarlo con certezza devo leggere almeno tre libri dello stesso autore.
Però credetemi se vi dico che ho la sensazione che Màrai mi conosca… che mi conosca profondamente: questo ho percepito scorrendo ogni sua pagina.
Consiglio a tutti di abbandonarsi a questa fantastica storia nella storia.
Buona lettura!

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Commenti

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Questo non lo conoscevo.
Il suo posto e' nella mia LD.
grazie .-)

28 Luglio, 2015
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sono arrivato a metà, ma non so se raggiungerò la fine. All'inizio mi era piaciuto moltissimo, l'atmosfera surreale del rifugio di montagna, la coppia suicida, l'incedere dei personaggi dall'atmosfera nebbiosa descritta magistralmente. Grandissima l'aspettativa per il personaggio principale, grande musicista misteriosamente ritiratosi dalle scene. E qui la delusione: la conoscenza musicale dell'autore è superficiale e limitata alle opere più note di autori arcinoti, e certamente non sono questi i brani - che un pianista di professione conosce dall'infanzia - a intrigare il genio di un grande musicista; ma purtroppo, allorché inizia la narrazione in prima persona del protagonista, il discorso sulla musica è limitato a pochi e abusatissimi brani. Ma il peggio deve venire. La malattia, su cui si incentrano elucubrazioni esistenziali ed evoluzioni drammatiche, è assolutamente improbabile: si è mai visto un virus che da dolori di stomaco e contestualmente una paralisi progressiva ma del tutto reversibile? Il bello è che il primario della clinica conosce bene questa "malattia", anche se non vuole dire come si chiama. Disgraziatamente, essendo medico, non posso farmi coinvolgere da una narrazione assolutamente priva di credibilità. Eppure, bastava che l'autore si fosse consigliato con un amico medico per trovare una vera malattia, il romanzo ne avrebbe assai guadagnato in drammaticità e realismo.
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