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Disperazione
La mia prima esperienza con Nabokov. Il nome mi era familiare per quel Lolita che tutti conoscono, ma non aveva mai letto nulla di suoi prima di Disperazione. Ora posso dire di aver fatto la cosa giusta scegliendo di leggerlo.
Il libro è molto suggestivo e coinvolgente. Ci si muove attraverso i ricordi del protagonista che, in fuga, ci racconta la sua storia. Una storia che inizia con un incontro fortuito che genera una grande ossessione. Un uomo che incontra quello che secondo lui potrebbe essere il suo sosia perfetto. Un barbone che rimesso a nuovo potrebbe essere preso per lui, sicuramente, dal mondo intero.
Così il nostro protagonista inizia a macchinare il suo piano. Il suo capolavoro, quello che non potrà mai far gridare il mondo alla nascita di una nuova stella artistica perché proprio la perfetta riuscita del suo piano lo renderà una nuova persona, una persona diversa. Persona in cui inizia a perdersi ancora prima di attuare il piano. Persona che lui vede nello specchio al mattino.
Ma quello che per lui potrebbe essere un capolavoro, il resto del mondo potrebbe interpretarlo in modo diverso. E la disperazione del titolo è proprio lì, nel disprezzo che nasce dal piccolo particolare che svela il trucco.
Il libro è raccontato in prima persona. Ma è il racconto di un narratore che parla direttamente al lettore. Non di uno scrittore che scrive un libro. E così ogni tanto lo scrittore si rivolgerà direttamente a noi e condividerà con noi i suoi pensieri. E così ci racconterà giorno per giorno quella serie di eventi e di azioni che hanno portato a compimento la sua opera d'arte di cui nessuno, sapendo, avrebbe potuto negare la grandezza.
E poi racconto si trasforma in un diario. Dal passato arriva all'oggi, ai giorni che si stanno vivendo. Perché qualcosa è andato storto e la storia non può finire senza un epilogo. Epilogo le cui parole vengono scritte nel momento in cui si verificano.
Sembra quasi di rincorrere il protagonista nel tempo. Una corsa che sul suo percorso lascia stupiti per la grandissima onestà con cui la storia viene raccontata, per l'onestà di Hermann che vuole attuare il suo progetto che non riesce a definire atto criminale, perché nella sua mente è davvero un capolavoro, e l'onestà con cui condivide ogni particolare del suo piano. Onestà senza bontà, per un personaggio che va avanti e ci racconta senza curarsi di quello che accade intorno a lui, come se il resto del mondo fosse solo accessorio alla sua prova artistica, come se il resto del mondo fosse solo uno spettatore. E così si rimane rapiti dalla mente di quest'uomo che dialoga con noi come cercando di farci capire la sua ragione e cercando di mascherare il suo pensare malvagio.
Un ottimo libro che più che per la storia, di cui diventa quasi inutile parlare, affascina per lo stile con cui è stato scritto. Una prova di livello altissimo per Nabokov che riesce a rapire il lettore.
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