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Gli orchi siamo noi?
Si può ridere di un serial killer? Si',se il protagonista (involontario) della vicenda è Ben Malaussene,a capo di una sgangherata famiglia senza genitori,e impiegato (come "capro espiatorio")presso un Grande Magazzino,nel quale,a partire dalle feste di Natale,iniziano a verificarsi esplosioni di bombe rudimentali che mietono vittime tra i frequentatori del Centro...ma gli omicidi sono davvero casuali? E cosa c'entra lui con tutto questo? Pennac descrive la vicenda con un'ironia sottile e brillante che attraversa tutto il racconto,nel quale i personaggi sembrano usciti da un cartoon o un film di Tim Burton...su tutti la famiglia di Ben,fatta di sorelle new age e fratelli piromani...e un cane epilettico...E poi Ben stesso,prototipo dell'uomo moderno,pagato profumatamente per addossarsi le colpe di tutti i reclami del Grande Magazzino...In tutto questo,l'interesse per la componente "dark" del romanzo è subordinato all'attenzione che il lettore finisce col rivolgere a questa giostra di protagonisti bizzarri.E quello che il romanzo ci lascia in dote è che,in questo mondo di pazzi,e di "orchi",è pur sempre la famiglia,seppur stramba e fonte di preoccupazioni,la nostra salvezza,il nostro rifugio...
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