Dettagli Recensione
Buon Romanzo
Leggere "la libreria del buon romanzo" è come entrare nella libreria che si vorrebbe avere vicino a casa, la libreria all'interno del quale rifugiarsi dopo una giornata di lavoro o in un giorno uggioso, per trovare conforto non solo nei libri, ma anche nel personale.
La storia ruota intorno all'apertura di questa nuova libreria, che ha come prerogativa la scelta di vendere solo libri considerati di un certo livello, selezionati da un gruppo di persone facenti parte di un comitato organizzato dai due protagonisti del romanzo.
E' rilassante leggere di Ivan e Francesca alle prese con l'organizzazione della libreria, di come decidono di catalogare i libri, quali libri sceglieranno di ospitare, gli interrogativi che si pongono sul come non essere uguali alle altre librerie, ma allo stesso tempo essere aggiornati e concorrenziali.
L'atmosfera idillica, di vedere il loro sogno realizzato, viene contaminata quasi subito dal susseguirsi di articoli diffamatori contro le scelte organizzative prese dalla libreria, e da misteriosi accadimenti contro i prescelti del comitato.
L'aspetto "giallo" è quello che mi ha interessato meno e credo che il libro avrebbe potuto reggere bene anche senza, puntando, invece di più, sull'aspetto del significato di buon romanzo.
Chi lo stabilisce? è un criterio oggettivo? è il gusto personale? o il sistema pubblicitario che influenza cosa leggere e quando?. Non si può dire che queste tematiche non siano in qualche modo affrontate, l'apertura della libreria Buon romanzo n'è la chiave, forse sono poco approfondite, lasciando spazio alla trama velata di giallo.
Il finale è un pò affrettato, cosi come sono poco delineati due personaggi apparentemente secondari, l'ispettore e la voce narrante.
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