Dettagli Recensione
Senza parole..
Da premettere che sono innamorata di Khaled Hosseini. Mi innamorai di lui già con “Il cacciatore di aquiloni”, per poi riscoprire ulteriormente il mio amore travolgente per il suo modo di scrivere con questo libro stupendo, “Mille splendidi soli”.
La storia inizia con Mariam che vive con la madre Nana vicino a Herat e il padre, il ricco e potente Jalil, si vergogna di lei. L’unico suo contatto con il mondo esterno è suo padre Jalil e quando, un giorno, decide di andare a trovarlo lui non la vuole vedere. Così quando Mariam fa ritorno a casa trova la madre morta suicida ed è costretta dal padre e la sua famiglia a diventare sposa di Rashid, un uomo sulla quarantina, di Kabul. La storia di Mariam si intreccia con quella di Laila. Laila e Tariq sono amici, amici sin da piccoli ma crescendo questa grande amicizia si trasforma ben presto in amore. Quando Laila è ormai quindicenne viene a sapere che Tariq abbandonerà l'Afghanistan a causa della guerra scoppiata qualche anno prima. Quando anche Laila sta per partire e raggiungere Tariq un razzo colpisce la casa di Laila lasciandola orfana.
La ragazza viene portata in salvo da Rashid che la sposa, dopo averle detto che Tariq è morto. La ragazza, cosciente del fatto di essere incinta di Tariq, fa l'amore con Rashid facendogli così credere che il figlio che porta in grembo è suo. Laila, di ritorno da una visita ad Aziza all'orfanotrofio, incontra Tariq sulla porta di casa la cui morte era frutto di un messa in scena di Rashid.
Mariam e Laila alla fine diventano complici, diventano amiche. Mariam salva la vita di Laila uccidendo Rashid e si sacrifica per Laia, per Tariq e per i loro figli e così confessa tutto alla polizia.
La storia di Laila e Mariam è una storia di coraggio, è una storia intensa ed emozionante.
Grazie a questo romanzo è possibile avere anche un quadro storico dell’Afghanistan, è possibile anche capire meglio le usanze e le sofferenze di questo paese in cui soprattutto la figura femminile vale zero; paesi in cui le donne non possono uscire da sole per le strade, dove sono costrette a coprirsi il volto, dove sono costrette a sposarsi a 12-13, poco più che bambine.