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Affetto e malinconia
E'il terzo e finora il libro più bello che ho letto di questa bravissima scrittrice.
E'piccolino, ma molto emozionante e toccante.
La protagonista è Tat'jana Ivanovna, un'anziana nutrice, che da più di cinquant'anni si è occupata della casa e della famiglia Karin a cui rimane profondamente legata per tutta la vita.
E'il periodo della Prima Guerra Mondiale, e quando i figli più grandi partono per il fronte e l'intera famiglia si trasferisce, Tat'jana Ivanovna resta a custodire la casa e solo in seguito raggiungerà i Karin per poterli aiutare.
Dopo continui trasferimenti, si stabiliscono in Francia, ormai poveri, sconsolati e intorpidi dalle disgrazie della vita, comportandosi come le mosche d'autunno del titolo.
Mentre loro vogliono dimenticare, soltanto la vecchia nutrice prova nostalgia nei confronti del passato, dell'amata Russia con la sua neve e il suo freddo.
A differenza degli altri libri di Irene Nemirovsky che ho letto, questo mi ha appassionata di più e qui ho trovato più sentimento che in ogni altro, tant'è che mi veniva da piangere per l'intensità e la malinconia dei pensieri della dolce Tat'jana Ivanovna, spesso chiedendomi se le sue scelte dipendessero dall'ostinazione, dall'affetto oppure dalla rassegnazione.
Tuttavia sento sempre che manca qualcosa nelle opere della Nemirovsky, o meglio, c'è qualcosa scritto volontariamente con uno scopo preciso per suscitare una determinata azione nel lettore, ma che io vorrei che non ci fosse. Cioè la freddezza e la tristezza di alcuni rapporti esistenti fra i vari personaggi, che mi crea un vuoto nel cuore, una voglia di aggiungere ad un mosaico il tassello che manca.
A parte ciò, però, è proprio uno dei suoi libri più belli e lo consiglio sia a chi ama questa scrittrice, sia per iniziare a entrare nella sua fantasia/realtà letteraria.
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