Dettagli Recensione
MANHATTAN, un amore in bianco e nero.
Manhattan, 1946.
Lei e' Kay, lui e' Francois.
Lei non e' piu' giovanissima, lei non e' bellissima,lei non ha un lavoro, lei non sa fare nulla, lei e' sola.
Lui e' un attore francese, lui e' famoso nel suo Paese, lui ha 46 anni, lui e' affascinante, lui e' solo.
Manhattan, gennaio 1946.
Aria di New York, violenta e tranquilla sregolatezza.
Sono le 3 di mattina e in uno squallido bar , due individui, un uomo e una donna si trovano casualmente seduti allo stesso bancone.
Si guardano , non si vogliono, si cercano, si parlano, si attraggono, si respingono. Sono soli, entrambi.
Doveva forse essere solo una notte di sregolatezze, di tabacco, di whisky, di sesso occasionale.
Invece abbiamo appena osservato l'alba di una grande passione, di un grande amore, di una grande gelosia, di un grande turbamento, di un grande dolore, di una grande felicita'.
Simenon crea e disfa , ti imbocca di amore e poi ti sfama ad odio, ti assopisce di carezze e ti sveglia a pugni in pieno volto, ti ammalia con l'imprevedibilita' dell'affetto e ti sveglia con la crudezza del tradimento.
Georges che cosa stai scrivendo ? Georges basta questa non e' una partita a scacchi - ho contestato seria e decisa a Simenon.
E lui mi ha risposto, con voce grave e sussurrata : " Chérie, credi che il gioco degli scacchi sia meno intrigato del gioco dell'amore ?"
Che potevo rispondere ? Ho smesso di giudicare. Ho ricominciato a leggere, a farmi trasportare.
Perche' TRE CAMERE A MANHATTAN non e' solo il racconto di una passione improvvisa, di un amore che sfida e annulla le regole del tempo.
Qui in pochi giorni nasce cresce muore lotta ringhia perdona ricuce si consolida quello che puo' succedere in anni, normalmente.
Perche' questo autore , come gia' scrissi per iL TRENO, possiede un'invidiabile eleganza di scrittura.
Ogni amplesso , anche il piu' insignificante non e' merce , e' un soffio sulla nuca.
Perche' leggere questo libro e' sedersi accanto a una donna, che fuma una sigaretta imprimendo sul filtro il rosso vivido delle sue labbra, che ti guarda negli occhi e fa scivolare la pelliccia sulle spalle nude scoprendo un abito da sera di seta nera.
Che barcollando su tacchi troppo alti , siede accavallando lunghe gambe in calze autoreggenti di seta chiara, smagliate.
E ' camminare per le strade di Manhattan, coi bar fumosi, i cinema dalle luci violastre, la musica di Broadway all'orizzonte e quel grande orologio di Central Station che scandisce i minuti.
Incrociare sotto la pioggia un attore di mezza eta', un impermeabile beige col collo alzato, un cappello nero a coprire capelli brizzolati , dai cui lati scendono rivoli di pioggia sul pavimento scuro, nero come la notte, la notte di Manhattan.
Buona lettura.
- Negli anni '90, Mia Martini canto' una splendida canzone, a mio avviso, si chiama "Gli uomini non cambiano".
Ieri finendo il romanzo non riuscivo a levarmela dalla testa.
LO so , nulla c'entra con una New York anni '40, ma leggete il libro...IO ne ho fatto la sua colonna sonora.
Bellissima e disperata e innamorata. -
http://www.youtube.com/watch?v=g1nrmqM0XWY
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Commenti
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E allora leggetelo !!!
Non e' acqua di rose, fa anche soffrire.
Ma che classe.
Io me ne compro un altro, ho gia' deciso.
La camera azzurra.
Mi sono innamorata di lui...
Ringrazio tutti quelli che prima di me han recensito IL TRENO e mi han fatto scoprire questo autore.
Grande! ;-)
Dai Amalia che poi ci facciam la Camera Azzurra !
Complimenti per la tua analisi precisa, piacevole e coinvolgente.
Brava.
Saluti
Riccardo
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Leggo la tua recensione e già si crea l'immagine nella mia testa....e Simenon sia....e grande cub!!!