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Un tormentato monologo
E' la storia di un tradimento, orchestrato fra un generale, sua moglie e il suo unico amico, storia che raggiunge il suo culmine in un bellissimo monologo del generale, che è sia un trattato sul senso dell'amicizia sia una personale ricerca della verità. Si trascorre una vita intera preparandosi a qualcosa: prima ci si sente offesi e si vuole vendetta, poi si attende. E l'attesa del generale è durata 41 anni e 43 giorni, per svelare, o non svelare, un segreto, o non segreto, rimasto tale lungo tutto il libro. Il generale ha soffocato, per una vita, in sè, le passioni che la solitudine gli ha accumulato dentro. E' un uomo che ha consegnato la sua anima e il suo destino alla solitudine e non crede in niente. Aspetta e basta. E trova serenità in questo incontro, davanti alle braci, con i frammenti del suo passato su cui tanto ha rimuginato, in questa stanza di questo castello, descritto con mille particolari, quasi a volerci far toccare gli oggetti di queste stanze, fatti di pelle, cuoio, seta, canapa, velluto, cristallo, porcellana, marmo, legno, pietra, panno, pizzo, feltro, oro. Oro come il colore del diario di velluto che viene gettato nelle braci.
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Sono contenta che abbiamo attaccato a tanti questa "malattia" di Marai ;)