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Il passato non passa mai
Silenzio. Silenzio e ricordi, vento, tangibile compagnia per Sandor Lester alias Tobias Horvath ,esule e pellegrino solitario. Senza più appartenere a qualcuno né ad una terra, né ad un tempo, senza l’orgoglio del passato come seme del futuro, nudo e spoglio cammina nel vento, corre nel richiamo sussurrato muto e freddo perché qualora non seguisse quel richiamo, lo attenderebbe qualcosa di più spaventevole del nulla: il ricordo.
E quel ricordo muove le mani, le orienta, le pervade di musica e riempie gli occhi di lacrime, acqua che acceca e sfuoca … E allora il perché di una vita finita e ricominciata porta un nome nuovo, che sa di eredità senza importanza e di meretrice . Lui , che crede di aver sterminato la sua nucleare famiglia ha lasciato IERI, e nel suo oggi straniero e singolare, ha coniugato nel suo nome il passato e declinato nel futuro lo stesso ieri da cui non riesce a separarsi nemmeno nel presente.
E quando il futuro arriva, è ancora ieri, porta il nome della donna di ieri, del passato che però solo per Sandor, è rimasto rannicchiato nei ricordi .
Linne: non vale, così non vale! Perduta e ritrovata e di nuovo lasciata in fondo alla via della memoria, lei è una radice, lei ha un nome che significa qualcosa per qualcuno, e non può - neppure se volesse - rinnegare il suo tempo. Perché per Linne il tempo è davvero passato, ed il passato è fermo lì, nel nome di una buona madre e di una vita di senso e di calore.
Vai Sandor, …cammina nel vento …
“Camminare nel vento è una cosa che non si può fare altro che da soli, perché c’è una tigre e un pianoforte la cui musica uccide gli uccelli, e la paura può essere dissolta solo dal vento, si sa, io è tanto che lo so...”