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Commento
Appena finito di leggere questo libro, il primo pensiero è stato: “Ma come è possibile essere arrivato a oggi senza aver mai letto Sandor Marai?”
Due anziani, in giovinezza amici inseparabili, si ritrovano dopo quarantun anni in un castello in prossimità dei Carpazi. Dal giorno che si sono persi di vista, uno non si è praticamente mai mosso da lì, l’altro ha passato alcuni decenni in Oriente. Sullo sfondo di entrambi aleggia una donna. La stessa donna.
Le braci è un libro lento, spesso prolisso, un dialogo tra due persone che è sostanzialmente un monologo. Uno parla, l’altro ascolta.
Lento. Meravigliosamente lento.
Le descrizioni sono così accurate e delicate che catapultano il lettore alla fine dell’ottocento, rapito dalle immagini nitidissime e dal ritmo.
Prolisso. Meravigliosamente prolisso.
Uno parla e ripercorre, con il distacco regalato dall’età, le vicende che hanno riguardato entrambi, l’altro ascolta e senza proferire praticamente parola avvalora quei ragionamenti.
Ogni sfaccettatura dell’animo umano - sia l’amicizia, sia il tradimento, sia l’amore, sia l’evolversi della vita in generale - viene descritta con una profondità che annichilisce.
Le riflessioni del protagonista, arricchite dalla saggezza della vecchiaia, assumono un punto di vista originale che ipnotizza chi si fa accompagnare, pagina dopo pagina, dentro il racconto.
Questo libro non si può presentare con squilli di tromba e fanfare, serve un suadente violino.
Questo libro non è un mazzo di rose rosse, è una delicata composizione di orchidee.
Questo libro non è una semplice fotografia, è un pregiato dipinto.
Dopo ogni capitolo cresce dentro di me la voglia di visitare quel meraviglioso castello ai piedi dei Carpazi, cenare nell’enorme sala da pranzo, bere un bicchiere di vino e leggere un libro seduto sulla poltrona vicino al camino. Ogni descrizione trasuda una nobiltà che affascina.
Il protagonista trasforma gli schiaffi in carezze. I pugni in massaggi. Ridefinisce il significato di vendetta. Pregi e difetti si ingarbugliano e il risultato finale è sorprendente.
Un libro da leggere assolutamente. Se possibile d’inverno, quando fuori fa freddo, magari nevica.
Leggere con lentezza. A volte è meravigliosamente necessario.
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mi hai trasmesso una pace e una serenità sorprendenti!
Bravo Poeta!!!
hai espresso dei concetti su questo meraviglioso scritto e su Marai, che condivdi, PIENAMENTE!!!
Luca...sei BRAVISSIMO!!!
non sono troppo gentile, sono semplicemente sincera!!!
secondo me è UN GRANDE, O meglio era, però credo appartenga agli IMMORTALI!!!
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E ho detto tutto.