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Tutto in una notte?
E’ ovviamente un Murakami Haruki “onirico” quello ci accompagna per le strade di una Tokio notturna e ci mostra , come attraverso l’occhio di una telecamera, asettica, fredda, precisa, una piccola parte di vita di vari personaggi .
I loro cammini si incrociano a volte senza che gli stessi protagonisti ne siano consapevoli o senza che si incontrino veramente, percependosi solamente attraverso il racconto di un altro o attraverso un oggetto.
Non aspettatevi ritmo vertiginoso, colpi di scena, azione, il valore di questo racconto sta nella descrizione delle atmosfere , dei microcosmi di umanità che la popolano.
La notte non è solo un momento di riposo ma più spesso semplicemente un giorno senza luce, dove le nostre esistenze vanno comunque avanti seguendo itinerari che hanno ritmo e colori diversi , la notte, sempre associata al sonno è invece un universo vivo pur su un livello di percezione diverso da quello del giorno.
In questo senso l’alba è vista da qualcuno come una porta che si apre un nuovo giorno ma soprattutto su nuovo mondo eppure quello che i protagonisti hanno lasciato gli appartiene e contribuisce al loro essere esattamente come ciò che affronteranno durante la giornata, perché dunque siamo abituati a considerarla qualcosa “a parte”?.
La notte per qualcuno è un rifugio, un tempo e un luogo per pensare , per capire qualcosa di più di se e del rapporto con gli altri, per far uscire la propria parte nascosta, per fare delle scelte o per vivere in fuga, come se il buio potesse nascondere anche il respiro , i pensieri dei protagonisti.
Non è un racconto lungo ma è comunque avvolgente , nessuna storia si completa al termine della notte perché la notte è un punto di passaggio , forse un’occasione.
Nel suo piccolo è affascinante.