Dettagli Recensione
Braci che feriscono, Braci che bruciano.
Corposo questo romanzo,maturo, profondo.
Bella la penna nella parte descrittiva, meravigliose le caratterizzazioni dei boschi, del castello,di luoghi e di oggetti.
Trapela amore da queste minuziose immagini di luoghi ungheresi, di grandi o piccoli spazi :
"Il castello era un mondo a sè stante...Le maniglie delle porte conservavano il tremito di una mano, l'emozione dell'attimo in cui essa aveva esitato a contemplare il suo gesto. Ogni dimora in cui le passioni abbiano investito con violenza gli uomini si riempie di questa sostanza caliginosa ".
Un castello ai piedi dei Carpazi, custodito nel bosco e dal bosco, dal suo proprietrario e dalla solitudine di una scelta che rende quel mondo anacronistico, indifferente al trascorrere dei tempi, nei decenni.
I segreti e le passioni nascosti tra quelle mura non hanno bisogno di evolversi, hanno bisogno di torpore e di spiegazioni.
Qui, dopo 41 anni si incontreranno il generale e l'inseparabile amico di gioventu' Konrad.
Due uomini anziani, vissuti a lungo, sopravvisuti a tanto per arrivare a questo giorno, il giorno delle domande, il giorno delle risposte, il giorno dei silenzi.
Un lungo, lunghissimo monologo quello del generale durante la cena con Konrad, molto riflessivo e intenso che tra pensieri e ricordi ricostruisce quel che successe piu' di quarant'anni prima nel giorno in cui le sorti di tre persone si stravolsero dolorosamente.
Non un libro di semplice lettura, talvolta prolisso , ma talmente gravi e acuti gli argomenti che si procede velocemente .
Splendida questa rivitazione di un dolore quasi carnale ma allo stesso tempo somatizzato dalla patina di saggezza e rassegnazione che solo il tempo puo' dare.
Il fuoco divampato straziante in passato ha lasciato spazio a delle braci, che fanno sì meno male ma che stentano a spegnersi, perche' anche con mille spiegazioni il dolore resta insinuato nel profondo nell'anima.
Forse verra' apprezzato piu' dal lettore che in vita sua abbia toccato con mano, su se' stesso, quanto descritto nell'opera, l'empatia sicuramente enfatizza all'ennesima potenza un romanzo di questo tipo.
Ma che piaccia o meno, sarebbe bello leggerlo per ricordare una volta di piu' che :
"Esiste una cosa peggiore della morte e di qualsiasi sofferenza, la perdita della stima di sè.
Quando si viene colpiti da una o piu' persone nella stima di sè, che costituisce la nostra dignita' di uomini,la ferita e' talmente profonda che neanche la morte puo' porre fine a questo tormento ".
Permettetemi una breve aggiunta con licenza di sintesi, l'autore converrebbe ,credo: a maggior ragione, se chi accende il fuoco che brucera' la nostra dignità e' qualcuno che ci ha amato, qualcuno che abbiamo amato, il dolore della bruciatura sara' irrimediabilemnte piu' insopportabile, le braci, non si spegneranno mai.
Buona lettura, perche' i libri non sempre sono balocchi, a volte sono anche lezioni.
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Commenti
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Grazie ragazze.
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Leggetelo, davvero!
Ottima, C.u.b.! ;-)