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La chiave di Sarah
 
La chiave di Sarah 2011-12-18 16:45:28 Ally79
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Ally79 Opinione inserita da Ally79    18 Dicembre, 2011
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Ricorda.Non dimenticare mai.

A breve distanza dalla lettura di “Avevano spento anche la luna”ho scelto nuovamente un libro su deportazioni,Olocausto e male.
Non è stato casuale ma assolutamente voluto.
Come tutti ho studiato quel periodo storico,letto classici del genere “Se questo è un uomo”,mi sono commossa dinanzi a “La vita è bella”o “Schindler’s list”.
Ma dopo il testo della Sepetys qualcosa in me è scattato e mi trovo presa da un desiderio di approfondimento.
Non me ne domando il perché,voglio semplicemente farlo.
La chiave di Sarah è un romanzo che prende spunto dai fatti di Vel' d'Hiv.
“Il 16 e 17 luglio 1942,13.152 ebrei furono arrestati a Parigi e nei dintorni,deportati ad Auschwitz e assassinati.Nel Vélodrome d'Hiver,che un tempo sorgeva in questo luogo,1129 uomini,2916 donne e 4115 bambini furono stipati in condizioni disumane dalla polizia di Vichy, per ordine degli invasori nazisti.Siano ringraziati coloro che tentarono di salvarli.
Passante, non dimenticare mai.”

Il libro limitandosi a prendere ispirazione non da un impatto emotivo particolarmente violento.
(Mi ricorda “Il profumo delle foglie di limone”.Le due storie non si somigliano ma in entrambe c’è l’ombra nera del nazismo che però segna solo fino a un certo punto chi legge.)
Qui si narra di Sarah,una piccola bambina di dieci anni,che viene prelevata dalla sua casa parigina con i genitori.Per salvare il fratellino dalla deportazione lo chiude nel loro nascondiglio segreto.Un armadio dove ci sono libri,una torcia e dell’acqua.Pensa cosi di dargli una possibilità.
In realtà lo condanna ad atroce fine.
“Per quanto sarebbe riuscito a sopravvivere suo fratello?
Forse la stava ancora aspettando.Aveva totale fiducia in lei.
Intollerabile il pensiero di lui che la stava aspettando,al buio.
Doveva aver fame,sete. L'acqua era probabilmente finita e anche la batteria della pila.Ma si disse che tutto sommato qualsiasi cosa era meglio del posto in cui si trovava lei. Meglio di quell'inferno, del tanfo, del caldo, della polvere, delle urla,
della gente che moriva.”

Grazie all’aiuto di due contadini francesi e di un poliziotto benevolo la piccola riesce a salvarsi e torna nella casa di famiglia dove ritrova il cadavere del bambino.
Nel 2002,in quello stesso appartamento si troverà a doversi trasferire Julia,giornalista americana trapiantata a Parigi per amore.A lei il merito di far riemergere questa vicenda e di lanciarsi sulle tracce del destino di Sarah.
Le storie delle due donne, cosi distanti nel tempo, si alternano di capitolo in capitolo.
E’ un romanzo scritto in modo lineare e semplice.
Non è indimenticabile,ma ha un merito:mi ha fatto conoscere un ulteriore parte dell’orrore che ignoravo.Noi non possiamo intervenire su ciò che accaduto e tutto sommato non ci spetta nemmeno.
Possiamo però fare una cosa:
Zakhor.Al Tichkah.Ricorda.Non dimenticare mai.
E allora ricordiamo.

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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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alessandra84
04 Gennaio, 2012
Ultimo aggiornamento:
04 Gennaio, 2012
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ciao Ale ho appena visto che uscirà questo film al cinema... ma prima volevo leggere il libro.... cmq anche io da quando ho letto "avevano spento anche la luna" mi sono fissata su questo periodo storico!!! mi prende troppo!!! sullo stesso genere l'hai letto sasenka?? baci ale
In risposta ad un precedente commento
Ally79
04 Gennaio, 2012
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Ho visto anche io il trailer l'altro giorno!Leggilo questo,non ti "uccide"come la Sepetys ma è bello,e secondo me sarà gradevole anche trasposto al cinema!
Sasenka non l'ho letto...me lo consigli?
Ho preso però il violino di Auschwitz che ancora non ho iniziato:O
Bacio e buona giornata!
In risposta ad un precedente commento
alessandra84
04 Gennaio, 2012
Segnala questo commento ad un moderatore
si sicuramente te lo consiglio... è bellissimo!!!! come pure il cavaliere d'inverno!! il violino di auschwitz??!! ora vado a leggere la trama se ne hai altri da consigliarmi sullo stesso genere fai pure.... baci e grazie!!!
recensione indubbiamente curata. Rimanendo in tema è da un po' che mi frulla l'idea di leggere La banalità del male di Hanna Arendt, prima o poi provvederò.
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