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Il libro del libraio
Continuo con la tradizione di riportare i tratti più belli di questo libricino molto carino.
"Il libraio credeva nell'aldilà. O meglio, credeva che tutti avrebbero trovato dopo la morte quello in cui avevano creduto in vita. Chi credeva nell'inferno e nel paradiso, avrebbe trovato l'inferno o il paradiso; chi credeva nella reincarnazione avrebbe trovato la reincarnazione; chi credeva in nulla avrebbe trovato il nulla. Per questo lui si ritagliava uno spazio nella giornata per ornare il suo aldilà, e aggiungeva piccoli dettagli ogni giorno."
Non c'è una storia precisa, una trama completa, un inizio e una fine ben delineata in questo romanzo. E' una serie di eventi che si susseguono, alcuni paradossali, altri molto toccanti, e soprattutto la prensentazione del nostro grottesco protagonista: il libraio.
Un libro che parla soprattutto dell'amore, l'amore verso la carta stampata, verso quelle cascate di parole sul foglio bianco, che sono capaci di farci sognare e commuovere e sorridere. Il libraio è così innamorato dei suoi libri da considerarli reali, da trattarli come persone.
Una chicca della storia è la mania del protagonista di strappare una pagina da ogni libro che lo ha particolarmente colpito, e spedirla ai suoi fratelli sparsi per il mondo.
Certo sono inorridita al pensiero dei libri mutilati, ma l'idea di mettere insieme tutte quelle pagine per creare "il libro del libraio" l'ho trovata molto tenera.
Il libro inizia così all'improvviso catapultandoti nella vita del libraio, e finisce anche così, di punto in bianco lasciandoti un sorriso e un po' di malinconia; perchè in fondo, al libraio ti ci sei affezionato un po'.
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