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Il processo
 
Il processo 2011-12-05 10:25:49 Cristina72
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4.0
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    05 Dicembre, 2011
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"Qualcuno doveva aver calunniato Joseph K."...

Con lo stile semplice che gli è proprio, quasi con noncuranza, come se narrasse una piccola disavventura capitata ad un uomo qualunque in un giorno qualunque, Franz Kafka racconta l'incubo, l'angoscia, i passi insidiosi e inesorabili di qualcosa che si impadronisce della vita di un promettente impiegato di banca. Quello che all'inizio sembra essere solo uno scherzo di cattivo gusto, col passare del tempo si rivela un peso opprimente da cui è difficile liberarsi e che suscita vergogna. E' un dito puntato contro, un'accusa non meglio specificata contro la quale Joseph K., il protagonista, deve difendersi. Il tribunale che tratta la sua causa - lo stesso imputato non osa dirlo ad alta voce - si trova in un solaio, a cui si accede attraverso un labirinto di corridoi dall'aria irrespirabile. Nessuna certezza su ciò che è giusto o sbagliato fare, nessun appiglio che dia garanzie di affidabilità. Così, pur professandosi innocente, K. appare sempre più rassegnato al destino che giudici sconosciuti hanno deciso per lui. Nel libro c'è l'assurdo tipicamente kafkiano, che a volte fa persino sorridere, ci sono personaggi (fino a che punto coinvolti non è dato sapere) che se ne escono a sorpresa con frasi inquietanti, lasciando intravedere una verità che aleggia fin dalle prime pagine: la condanna, se non è già scritta, è quasi certa. Il finale è agghiacciante, un autentico pezzo di bravura. Qualcuno ha visto in quest'opera una premonizione della Shoah (lo scrittore boemo apparteneva ad una minoranza ebraica di lingua tedesca), ma è solo una delle chiavi di lettura di un romanzo che mette implacabilmente in luce le paure più profonde dell'essere umano.

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Commenti

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Complimenti Cristina !!!
L'ho letto da adolescente e il ricordo di questo testo si è sbiadito molto....magari lo rileggo !!
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Cristina72
05 Dicembre, 2011
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Grazie! Kafka è uno fra i miei scrittori preferiti, di lui ho letto persino i frammenti postumi :-)

22 Marzo, 2012
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Complimenti per l'opinione , non sono d'accordo sulla premonizione della Shoah , a mio avviso la chiave di lettura non esiste perché non esiste una chiave in grado di aprire una porta alle cui spalle si nasconde l'assurdità .
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Cristina72
22 Marzo, 2012
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Sei giovanissimo, vedrai che tra qualche anno la chiave la troverai.
Complimenti per i tuoi gusti letterari!
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22 Marzo, 2012
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Si , forse la chiave di lettura per Kafka la troverò un'attimo prima di chiudere gli occhi per sempre .
Capriluc
13 Agosto, 2012
Ultimo aggiornamento:
13 Agosto, 2012
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A mio parere, l'unica chiave di lettura possibile, è racchiusa dentro di noi e varia da individuo a individuo.
La mia fu la lettura de "Il castello".
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Cristina72
14 Agosto, 2012
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Hai ragione, la grandezza dell'opera di Kafka sta anche nel fatto che si presta a svariate interpretazioni.
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20 Agosto, 2012
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Si interpretano i film e i romanzi francesi di pessima qualità non le opere d'arte !
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DanySanny
20 Agosto, 2012
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@Efix: Secondo me la grandezza di un'opera d'arte è quella di mutare dipendentemente da sguardo a sguardo, da vissuto a vissuto. le opere d'arte sono quelle che riescono a stupirti anche se le hai lette'viste qualche mese prime. Perchè in quel lasso è cambiata la vita stessa, le esperienze. Ecco perchè qualcuno davanti alla Gioconda può rimanere indifferente mentre puù rimanere estasiato davanti "La libertà che guida il popolo oltre le barricate". IL mio è soltanto un esempio, forse i quadri non sono come i libri, forse.... .

Comunque io non ho letto Il processo, quindi la mia è una riflessione generale, probabilmente presto lo leggerò, Kafka mi ha semre affascinato ;-)
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20 Agosto, 2012
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Ma l'arte non pensa al fruitore ! Il suo intento non è quello di comunicare, ella è tale perché non può fare a meno d'esserlo. Noi con le nostre interpretazioni, le nostre recensioni e i nostri apprezzamenti possiamo solo aumentare la distanza che ci separa da quel mondo perfetto. Il nostro unico atteggiamento dovrebbe essere il silenzio ecco perchè ci sono cose che devono restare inedite per le masse anche se editate. Pound o Kafka diffusi su Internet non diventano più accessibili, al contrario. Quando l'arte era ancora un fenomeno estetico, la sua destinazione era per i privati. Un Velazquez, solo un principe poteva ammirarlo. Da quando è per le plebi, l'arte è diventata decorativa, consolatoria. L'abuso d'informazione dilata l'ignoranza con l'illusione di azzerarla. Del resto anche il facile accesso alla carne ha degradato il sesso.
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