Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Un Grisham che non conoscevo
Un ottima prova del grande John Grisham. Il romanzo in questione è incentrato sugli ultimi giorni di vita di Eddie Rake, ex allenatore della squadra di football del liceo della sconosciuta cittadina statunitense di Messina; tuttavia, nonostante i vari personaggi che il lettore incontra non facciano altro che parlare di lui, delle sue gesta, di ciò che ha rappresentato per ognuno di loro, il vecchio e burbero Rake, ormai nella fase terminale della sua malattia incurabile, non compare mai sulla “scena”: è il protagonista invisibile di questa rapida (la vicenda attuale si consuma in soli quattro giorni) e al tempo stesso pluridecennale storia (il nostro è stato allenatore di intere generazioni di giovani del paese), narrata attraverso la rievocazione dei tanti aneddoti memorabili che hanno visto coinvolti gli ex allievi di Rake (L'Allenatore, per l'appunto), i quali spesso non hanno mai giocato assieme, date le differenze anagrafiche, né si sono mai conosciuti ma sono oggi tutti accomunati dall'averlo avuto come Maestro di vita e di sport; essi ritornano in città per vegliarlo durante i suoi ultimi giorni di vita e, allo scopo, si ritrovano più o meno spontanemente sugli spalti dello stadio, in attesa della ferale notizia, e lì si scambiano ricordi belli o spiacevoli, incrociando le loro esperienze passate con ciò che la vita ha riservato loro in seguito.
A ben vedere, tuttavia, Rake non è altro che la personificazione dell'adolescenza, della gioventù, di ciò che siamo stati, dei momenti in cui lanciavamo e raccoglievamo continuamente sfide con gli altri e con noi stessi, convinti che ci sarebbe stato un futuro in cui essere “altro”, in cui avremmo raccolto i frutti di quanto seminato, in cui saremmo diventati “qualcuno”. Poi, però, un giorno Rake muore, inesorabilmente, e con lui muore la lunga età dell'ingenuità e dei sogni (nostri e) dei suoi ragazzi e, in particolare, di Neely Crenshaw, l'allievo prediletto del Maestro, colui che più di tutti aveva fatto promesse, sostenute da un talento unico, e più di tutti non le aveva mantenute, stroncato da un grave infortunio appena passato al college e finito lontano dal football, a vendere immobili, l'ex Spartan (questo il nome della squadra di Messina) che per rabbia o per vergogna non aveva mai più messo piede in città, che a quei luoghi e a quella gente legava ricordi che ancora non lo lasciavano vivere serenamente. Ma arriva il giorno per tutti, Neely compreso, di fare i conti col tempo, il giorno in cui i propri fantasmi vanno affrontati e chiusi in un baule: i rimpianti d'amore, che egli rischiava di portarsi dietro per una vita intera (la sua ex ragazza, più volte tradita per immaturità), i legami di amicizia, che persistevano a tenerlo vincolato a ciò che avrebbe voluto essere e non era diventato, e il football, splendida ed efficace metafora (persino per chi di questo sport non capisca un'acca) della nostra vita giovanile, delle prospettive da sogno che essa offre e delle improvvise disillusioni che provoca. Finchè un giorno, l'Allenatore se ne va, per tutti...
E allora Neely compie un giro in auto della città, guarda per l'ultima volta i suoi luoghi d'infanzia, sale sulla collina a vedere la partita e, quando lo sente, decide che per lui il match è finito: sale in auto e vola via.
Indicazioni utili
Commenti
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Ordina
|
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Hai letto il professionista? In caso affermativo quale secondo te è meglio? A me il professionista non è molto piaciuto pur essendo sul football perche mi sembrava un po' una guida turistica x americani. Questo è meglio? Grazie