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MATTATOIO NR 5 (o la crociata dei bambini)
Mettiamo subito le cose in chiaro, questo non è un libro tradizionale, anzi forse non è neppure un libro.
Chi cerca un romanzo strutturato e lineare, personaggi coerenti con una personalità ben definita, situazioni figlie di azioni causa/effetto, stia lontano da quest’opera e anche da questa recensione.
Io ti ho capito, Kurt Vonnegut. Tu non hai voluto narrare una storia, tu hai inteso sfidare a regolar tenzone ogni lettore. Uno per volta. Bene. Io ho accettato il duello.
Tu hai provato a portarmi allo sfinimento, a dilatare l’assurdità di alcuni personaggi e di particolari avvenimenti per indurmi a desistere e a battere in ritirata. Hai cercato di fiaccarmi distorcendo le parole, nascondendo i concetti, manomettendo le normali regole narrative. No, caro Kurt, io sono andato avanti. IO NON MI SONO ARRESO.
L’architrave del romanzo è tanto geniale quanto assurda. Il protagonista, personaggio goffo esteticamente e debole caratterialmente, danza nel tempo, attraversando in maniera frenetica le varie fasi della sua vita in un forsennato ping pong che lo porta nel futuro, nel passato e nel presente, alternativamente. A questo si aggiungono continue incursioni nello spazio, dove egli viene ripetutamente rapito da una popolazione extraterrestre, che con il suo particolare stile di vita smaschera le contraddizioni dei nostri comportamenti abituali, irridendo tutti i parametri su cui si basano le nostre convinzioni.
Sullo sfondo il drammatico bombardamento di Dresda da parte degli alleati, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, al quale il protagonista partecipa come prigioniero dei tedeschi.
Cosa ho trovato, dietro le tue difese preventive e il tuo lessico al limite del paradossale?
Un’appassionata requisitoria contro la guerra, l’analisi e la messa a nudo di ogni atrocità che la stessa comporta. La tua è una dolce dichiarazione d’amore nei confronti della vita e verso le dinamiche più semplici che questa sviluppa e regala, è un balletto sopra le ingiustizie della nostra società moderna, una strenua ed appassionata difesa dei più deboli.
Cosa penso di te, in conclusione?
Penso che tu sia un folle che ha scritto un romanzo assurdo, ma sono contento di aver avuto la pazienza di leggerti fino in fondo. All’interno delle tue pagine ho trovato emozioni, rabbia, riflessioni, memoria, rassegnazione, speranza. ORIGINALITA’.
Hai vinto tu il duello, Kurt, ed io sono felice di aver provato a tenerti testa. GRAZIE.
“Così va la vita”.
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Commenti
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è da tanto tempo che devo leggerlo, ora lo farò :)))
grazie Luca
grazie a te.
metto in wl!
complimentissimi Luca***
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Son contenta ti sia piaciuto e soprattutto ti abbia saputo dare quello stimolo che ogni tanto cerchi tra un romanzo e l'altro.
Io lo consiglio e riconsiglio, e' bello sperimentare come un roomanzo possa trattare un argomento duro come la guerra con una trama assurda, demenziale e lasciare comunque un messaggio importante.
:-)