Dettagli Recensione
Uomo addomesticato, donna selvaggia
Le basta vederlo una volta sola, e da quel momento la piccola Ada Sinner, figlia di un povero ebreo ucraino, s'innamora perdutamente di quel bambino che altri non è che suo cugino Harry Sinner che, a differenza di lei, proviene da una famiglia assai facoltosa.
Ma se all'inizio Harry ignora completamente quella misera bambina, bisognerà aspettare parecchi anni a dopo a Parigi, quando, ormai adulto e sposato, ritroverà Ada, anche lei sposata, che nel frattempo è diventata una graziosa donna e sarà inevitabile che l'interesse si ridesti in lui nei confronti della cugina e il cane addomesticato raggiungerà la lupa selvaggia...
E'il mio secondo libro della Nemirovsky, e ancora non riesco a darle un voto superiore al tre. Se devo essere sincera, questo libro mi è piaciuto un po'meno di "Due".
La prima parte del romanzo, che parla dell'infanzia di Ada in un ghetto ucraino nei primi anni del Novecento, è scritta benissimo soprattutto quando l'autrice descrive i pogrom e i vari ceti ebrei con i loro vizi, mestieri e virtù, che popolano la storia, ma il romanzo mi ha delusa nella seconda parte, ovvero quando Ada si trasferisce a Parigi: la narrazione diventa molto affrettata, poco dettagliata anche se molto riflessiva. La storia d'amore che nasce tra Ada e Harry è poco più che accennata, e si limita a qualche pagina, senza nessuna azione di corteggiamento o particolari manifestazioni dei sentimenti reciproci, per poi passare subito ad un finale significativo ma terribilmente rapido.
Probabilmente se il romanzo avesse avuto qualche pagina o dettaglio in più, lo avrei apprezzato maggiormente.