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Una vita allo sbando - commento di Bruno Elpis
In questo romanzo l’autrice di “Per puro caso” ci propone un'altra storia “pazzesca” nel suo stile inconfondibile: con pacatezza racconta la vicenda di Evie Decker, diciassettenne che si incapriccia di un cantante da strapazzo, Drum Casey, dicianovvenne egocentrico che si esibisce all’Unicorn con l’amico-produttore David. Delle interpretazioni musicali di questo singer troviamo traccia nelle sconclusionate frasi che condensano una poetica musicale di incerta collocazione (trash? Kitch?)
La poco più che adolescente Evie - spalleggiata dall’amica “cicciona”, Violet - si fa notare, con le sue forme tondeggianti, attraverso un gesto decisamente inconsulto. Da questo episodio nasce una bizzarra relazione con il cantante: il rapporto procede in modo estrinseco rispetto ai due protagonisti, passando attraverso un matrimonio surreale organizzato in pochi giorni, “all’americana” e all’insaputa dei rispettivi genitori.
Trovo sorprendente come Anne Tyler riesca a creare storie vagamente assurde con uno stile stralunato, ipnotico, raccontando una serie di fatti e situazioni ordinarie e fintamente “normali”. Anche i personaggi compaiono per il loro aspetto più esteriore e superficiale, descritti in una serie di azioni che sembrano procedere per inerzia o in dialoghi al limite della credibilità. Perfino quando intervengono fatti gravi o importanti, magari contemporaneamente: il concepimento di un figlio, la morte del padre, il tradimento sentimentale e la separazione coniugale. Una modalità davvero originale per narrare, nel romanzo, la crescita psicologica di una ragazza che afferma la propria individualità e il proprio carattere lasciandosi alle spalle le bizze dell’adolescenza.