Dettagli Recensione
Un riscatto poco scontato
Il titolo mi aveva ingannato, se non mi fossi fermata a leggere le prime pagine non l'avrei comprato. Mi ha stupito e coinvolto la maestria con la quale il simbolismo dei fiori è associato alle sensazioni, al carattere, al dolore vissuto, alla paura di soffrire ancora, all'amore sbocciato e quasi rifiutato. Non ritengo facile scrivere un romanzo che riesca ad essere, anche, una sorta di saggio sul mondo della natura e sulla sua stupefacente bellezza e complessità. Difficilissimo poi, attraverso il romanzo, innamorare i lettori a quel mondo. Vanessa Diffenbaugh ci riesce ed è un valore aggiunto alla storia di una vita tormentata e difficile nella quale l'abbandono nella primissima infanzia diventa filo conduttore emblematico dei tanti abbandoni futuri.Stupisce la forza di un destino non rassegnato al dolore al rifiuto e alla solitudine nonostante la protagonista, Victoria, sia lontana anni luce dal credere o fantasticare su un lieto fine. Aveva abdicato alla vita, alla famiglia, alla serenità, all'amore. In un contesto simile, una scrittura non maestra, farebbe apparire zuccheroso e sdolcinato il contenuto.La Diffenbaugh riesce invece, con un linguaggio franco e austero, privo di fronzoli da primo romanticismo, a renderlo esistenziale e acre come, in effetti, accade nella realtà.