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il riscatto
Potrei dire "come al solito" lo stile avvicente della Allende e la sua narrazione ricca di particolari che si snoda lungo la storia di Tetè e di tutti quelli che la circondano.
questa volta tuttavia, la storia ha un'ambientazione insolita, sia spaziale, sia temporale. è la storia di una schiava al servizio di un padrone di piantagioni di canna da zucchero, che viene contaminato nell'anima dalla crudeltà della schiavitù dei neri fino a trasformarsi in un selvaggio che ha scarsissimi bagliori di umanità, forse più per superstizione che per altro. tetè attraverso una complessa vicenda riesce ad affrancarsi e a riscattarsi, e a vivere una vita davvero molto diversa da quella che mai avrebbe potuto immaginare quando arrivò in casa di Valmoiran come schiava.
bellissimo il coraggio attraverso il quale tetè riesce ad elevarsi dalla sua condizione; tuttavia anni e anni di violenze e di achiavitù lasciano il segno nella sua personalità; sopratutto bellissima la figura del personaggio di Zaritè, che a dispetto del colore della sua pelle, non si è mai sentita inferiore a nessuno.
consigliato a tutti