Dettagli Recensione
Generazione Indecisione
Il protagonista del romanzo d'esordio di Benjamin Kunkel è un esponente particolarmente rappresentativo di una generazione cresciuta in un contesto socio-economico particolarmente favorevole, in una parte del mondo in cui il benessere e la cultura del consumo sono abbastanza diffusi. Una generazione a cui è stata data la possibilità di percorrere strade precluse fino a pochi anni orsono, sempre in bilico tra il delirio di onnipotenza e l'apatia, consapevole che quasi tutto sia raggiungibile ma nell'incapacità di muoversi. Uomini e donne proiettati nel mondo ma atterriti dalla propria immagine riflessa milioni di volte come se fosse collocata tra 2 specchi, individui che vivono una lunga adolescenza senza scelte importanti tra slanci subitanei e profonde depressioni, tra piaceri vacui ed effimeri dolori, tra incantevoli sballi e distrutti e tragici day after, da eterni principianti.
L'autore sembra suggerire che l'unico modo per crescere e uscire da una situazione di abulia sia quello di amare e di comprendere il male senza lasciarsene corrompere e svilire.
Il senso predominante nel romanzo ritengo sia la vista. La bellezza, il piacere, la sofferenza, la solidità e la tranquillità, la solitudine, l'inutilità e lo spreco, la sessualità, l'amore e il terrore: tutto si rivela attraverso le immagini.