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Come reagisce l’essere umano, dopo millenni di evo
Mi ha ipnotizzato, incollato alle pagine dalle prime righe fino alle ultime.
Ho seguito passo passo anch’io la strada, la protagonista principale del libro.
La strada è dove si compie il dramma di un padre e un figlio di cui si narra un brandello di vita, ma anche di tutti i superstiti ( “buoni” o “cattivi” che siano) di un mondo post-apocalittico dove non è sopravvissuto pressoché nulla, men che meno il senso dell’umano.
Mi viene in mente “Cecità” di Saramago e altri romanzi simili, ove si descrive l’uomo in balia nuovamente di se stesso e di un ambiente circostante ostile. Come reagisce l’essere umano, dopo millenni di evoluzione e civiltà? Regredisce a bestia, nel senso più dispregiativo possibile del termine, ritorna fiera affamata e sanguinaria che per sopravvivere e soddisfare i prorpi bisogni primari non si fa scrupolo alcuno.
Pagine devastanti, un cupore grave che scende sull’anima come quella stessa cenere che ha ricoperto il mondo dopo la catastrofe, soffocandolo e rendendolo un ammasso grigio di nulla.
Disperazione palpabile, unita all’affetto intenso e puro che sussiste tra il padre e proprio figlio, un’unione disperata e forte, l’unica luce e calore nella devastazione.
La vita diventa un viaggio il cui fine unico è sopravvivere almeno un altro giorno, ma senza uno scopo o una meta. Anzi, forse morire sarebbe preferibile. Solo dolore, del fisico e dell’anima, magmatico e palpabile.
Il finale, a mio gusto personale, si sarebbe fermato qualche pagina prima di quello effettivo, l’avrei trovato maggiormente in sintonia con il resto del romanzo.
In ogni caso, consigliatissimo e stupendo.
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L'ho letto in un giorno,Non mi sono mossa finche' non l'ho finito.
Lo consiglio anche io.