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Incanto universale
Ci sono persone, incontri, che hanno il potere di rimetterti in pace col mondo. E ci sono anche libri che riescono a fare lo stesso.
Una persona può farlo anche solo con la propria presenza mentre ad un libro occorrono molte parole.
Nel romanzo La ragazza delle arance di Jostein Gaarder in realtà le parole non sono poi neanche tantissime, tant'è che in un primo momento può venire da pensare ad un romanziere di successo che abbia esaurito l'ispirazione.
In realtà non è così: il romanzo contiene diversi sprazzi di verità, diverse immagini vivide e intense, diversi riferimenti al mondo reale e al mondo ideale.
E come ho scritto: ti rimette in pace col mondo. Come fa a farlo? "Semplicemente" parlando di incanto (l'amore, la giovinezza, il mistero della vita) e di disincanto (la verità, la morte, il mistero dell'universo) e facendolo con una poesia e un tatto magistrali. Quasi con ingenuità.
Insomma, è come se l'autore rimanesse magicamente sospeso tra la bellezza, la gioia, la purezza, la generosità della vita, della natura, del mondo e la tristezza, il dolore, l'inutile avidità e caducità del tutto, con lo sguardo e l'animo attenti, ricettivi e fantasiosi.
Un romanzo che parla di colori e forme, del mistero della natura. Come un dipinto che si sveli allo spirito ottenebrato e arido di emozioni che non siano di paura di individui adagiati sul grigio e la sporcizia, sull'ovvietà dell'angoscia e della delusione donando una speranza, un'illusione che va oltre la consapevolezza della corruzione e del male che ci circondano.
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Commenti
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complimenti, bella rece!!!
Ciao,
Amalia
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